“Stiamo assistendo al funerale della pesca italiana”. A lanciare questo laconico messaggio sono centinaia di armatori di pescherecci, di varie regioni, in sciopero da domenica notte per far sentire la loro voce contro il caro gasolio, ultima mannaia in ordine di tempo su un settore in grande sofferenza per a riduzione delle giornate di lavoro e l’aumento dei costi.
Nei giorni scorsi hanno incontrato il sottosegretario al Mipaaf Francesco Battistoni
“Al sottosegretario – spiegano i pescatori- abbiamo chiesto un tetto massimo al prezzo del gasolio, cig in deroga, la sospensione delle rate mutui, il ripristino della legge 30 che prevede maggiori sgravi contributivi per i pescatori, ulteriori risorse comunitarie. Vediamo se verranno accolte, noi ci siamo dati appuntamento ad Ancona venerdì prossimo. Intanto lo sciopero continua”
Nel Lazio coinvolte le marinerie: Anzio, Fiumicino, Civitavecchia, Gaeta, Terracina. I pescatori spiegano che non riescono a sostenere costi così alti con il prezzo del gasolio raddoppiato, giunto in questi giorni a 1,30 euro quando generalmente lo pagano tra i 60 e i 70 centesimi.
Sull’argomento è intervenuto ieri il senatore del Pd Bruno Astorre: “L’aumento della benzina sta creando disagi a famiglie e imprese. Ad Anzio i pescherecci sono fermi da giorni per protesta: i rincari sono insostenibili per il settore. Il mercato ittico del litorale è quindi bloccato. Se non interveniamo subito sui prezzi della benzina, e sulla raffica di aumenti, rischiamo di fermare la ripartenza e non ce lo possiamo permettere”.