di Menuccia Nardi
Abbiamo sentito parlare di incontri ravvicinati, di incontri del terzo tipo, di “cose che voi umani non potete neanche immaginare”, e a queste potrei aggiungere altre espressioni originali per indicare eventi inattesi e imprevedibili in grado di cambiare la storia del genere umano: eventi a cui qualcuno tra noi è più propenso a credere, altri molto meno – io faccio parte di questa seconda categoria: ammetto di essere abbastanza diffidente e scettica di default e faccio sempre fatica a credere possibili eventi poco probabili.
Ed è proprio in quest’ottica e con questo spirito che se qualche tempo fa qualcuno mi avesse parlato di un incontro al 38° parallelo davvero non ci avrei mai creduto. Forse avrei sorriso con aria compassionevole e avrei continuato a sbrigare le mie cose senza dare troppo peso a quello che avrei considerato il sognatore di turno… E avrei toppato in pieno. E mai come in questo caso sono felice di ammettere che avrei sbagliato.
Sì, perché la storia degli ultimi giorni ha dimostrato come il buon senso, una forza prodigiosa e potente in possesso fin dalla nascita in ogni essere umano – anche se a volte cade in letargo o rimane in uno strano limbo per lunghi e imprecisati periodi e per imprecisate ragioni – se utilizzata al massimo della sua potenza è in grado di rendere possibile anche ciò che riteniamo altamente improbabile. Ed è accaduto: alcuni giorni fa abbiamo visto il leader nordcoreano Kim Jong Un e il presidente sudcoreano Moon Jae-in incontrarsi e stringersi la mano sul confine delle due Coree (al 38° parallelo appunto). Un evento storico. Non sappiamo ancora quale sarà il seguito, ma oggi la “me ottimista” ha deciso di prevalere sulla “me scettica” (si sono tirate un po’ i capelli, ma alla fine la prima ha vinto!), e nonostante i nuvoloni grigi di stamattina il cielo lo vedo più azzurro e voglio pensare che le cose tutto sommato si mettono bene, perché stringersi la mano ha ancora un significato, perché le strette di mano contano…