di Eduardo Saturno
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Quante volte ci è capitato di passeggiare sul bagnasciuga e calpestare con i piedi mozziconi di sigarette infilati nella sabbia? E quante volte abbiamo pensato che sarebbero bastati contenitori appositi per gettarle?
Una possibile soluzione sarebbe quella di obbligare con un’ordinanza i proprietari degli stabilimenti balneari a dotarsi di raccoglitori come quello raffigurato in foto. I ricavati dalle sanzioni comminate in seguito all’inosservanza andrebbero a confluire in un fondo da utilizzare per anziani indigenti. Se inoltre volessimo vedere i rifiuti come un’opportunità, anziché un problema, si potrebbe andare oltre.
TerraCycle, ( questo il nome dell’Organizzazione ambientalista ) in virtù di una stretta collaborazione con laboratori di ricerca scientifica e tecnologica punta sull’attuazione di nuove tecniche volte a trasformare gli scarti difficili. Uno degli esempi che ha avuto maggiore risonanza e successo soprattutto in Nord America, è quello relativo alle sigarette. Grazie all’attivazione di appositi sistemi di raccolta, strutturati con accordi a livello cittadino, i mozziconi vengono raccolti, spediti a TerraCycle e trasformati in laboratorio. I filtri, che contengono diacetato di cellulosa, la medesima sostanza utilizzata nella realizzazione degli occhiali da sole, vengono dapprima sterilizzati poi triturati per essere poi mescolati con altri materiali da riciclo e trasformati in plastica, pellet e traversine ferroviarie.
Ma quali sono le modalità di funzionamento di TerraCycle? Basta iscriversi sulla loro pagina web all’indirizzo https://www.terracycle.com, specificare il tipo di rifiuto, disporlo in scatole di carta riciclata fornite dall’azienda stessa (Zero Waste Box) che, una volta riempite vanno spedite. La raccolta può essere effettuata anche dal singolo cittadino ma risulta più efficiente organizzata a livello di gruppo che può essere quello della scuola, dell’ufficio, del condominio o degli enti no profit. Attraverso una comunità virtuale, gli iscritti si accorpano in gruppi, le cosiddette “brigate del recupero”, specializzate in una tipologia di rifiuto. Per ogni unità recuperata, si ricevono generalmente 2 centesimi (o l’equivalente in moneta corrente), che possono anche essere in parte devoluti ad un ente benefico a propria discrezione. Business ma anche solidarietà.