di Fabiola Di Giacomo
Nella prima calda notte di luglio, sotto un cielo stellato e una luna calante, in uno scenario a dir poco suggestivo, alla presenza del direttore dell’Ufficio Tecnico Territoriale Armamenti Terrestri, Brig. Gen. Angelo Assorati e del vice direttore della DAT, Magg. Gen. Vito Leuzzi, le note di “la vita è della” hanno introdotto la serata commemorativa in occasione del centotrentesimo anniversario della costituzione del Poligono.
La memoria è stata la protagonista assoluta: attori professionisti e non, insieme ai ragazzi della Gemy School hanno, infatti, messo in scena una concisa ed esaustiva rappresentazione che, partendo dalla conquista di Roma su Satricum – passando per la creazione della Scuola per gli Ufficiali del Regio Esercito – è arrivata a raccontare lo sbarco degli americani sulla nostra costa e la nascita della passione dei nettunesi per il “mazzapicchio”, al secolo baseball.
La preziosa narrazione del Genio del fiume Astura che, da sempre, osserva il continuo evolversi della bella Nettuno, della storia che ha stravolto, evoluto e formato questa città sul mare, è stata affidata alla voce di Aldo Volpini e alla penna di Gigliola Olivieri e ha fatto molto di più che ripercorrere ciò che potremmo trovare sui libri di storia.
Il narratore, infatti, ci ha invitato a riflettere sull’importanza del ricordo: “sappi e tienilo scritto nel cuore che lo Spirito di un luogo non muore mai; vive persino nelle rovine ed infine nelle memorie” e ancora “nessuno pensa mai che un luogo è anche un deposito della memoria..”.
Ecco perché è importante commemorare, per dare continuità, per far sì che passato e presente siano in evoluzione ma mai, tra loro, separati. Per tenere a mente che i successi passati sono un’eredità che deve fungere da punto di partenza o, meglio ancora, da ponte per raggiungere obiettivi futuri ancor più maestosi.
D’altronde, se perfino Antonio e Cleopatra e Geppetto e Pinocchio hanno scelto torre Astura come scenario per le loro avventure, vuol dire che, qui, la memoria si sente a casa e sa di poter essere gelosamente custodita. Sta a noi non tradire una simile e delicata speranza.
Al termine della rappresentazione, il coro dei dipendenti UTTAT – nato nell’autunno del 2017 e meglio definito come “un piccolo gruppo di volenterosi appassionati di musica” – e la Banda del Comando Artiglieria Controaerei di Sabaudia – costituita nel dicembre 1970 – hanno allietato i presenti con un repertorio vasto e importante.
È proprio sulle note dell’”Hallelujah” di Leonard Cohen che, spontanea, è sorta in me la consapevolezza di vivere in un posto che vale molto di più di quanto, nel quotidiano, noi riusciamo a stimarlo e, guardando l’antica Torre Astura illuminata, lì in mezzo all’acqua, ne ho avuto la conferma e non potevo far altro che scriverne per cristallizzare ciò che la memoria non deve dimenticare.
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