Aveva rinunciato al suo stipendio da Sindaco di Nettuno, destinando circa 35.000 euro in un fondo sociale per i cittadini bisognosi. Usava la sua macchina ed aveva detto no, rompendo gli schemi della vecchia politica, a tutti i benefit collegati alla carica di primo cittadino di Nettuno. La prossima settimana il Vicequestore di Polizia, Angelo Casto, eletto con il 70% di consensi nel ballottaggio del 2016 e destituito nella stanza di un notaio, potrebbe clamorosamente tornare alla guida di Nettuno, qualora il TAR del Lazio, nell’udienza del 18 luglio, accoglierà la richiesta di sospensiva dello scioglimento del Consiglio Comunale, presentata da un pool di avvocati romani. Secondo i legali del Sindaco pentastellato, ma anche da alcune voci di corridoio che trapelano dal palazzo comunale, potrebbero esserci state presunte incongruenze ed irregolarità nella destituzione del primo cittadino che, in un anno e mezzo di mandato, era riuscito ad avviare il risanamento dei conti del Comune, recuperando circa 5 milioni di euro di imposte non versate ed era riuscito, dopo anni di disfatte, ad aprire i primi cantieri con la realizzazione del piazzale della stazione, con la copertura della buca del parcheggione (simbolo del decadimento etico e amministrativo nettunese), con i primi parcheggi recuperati in via Santa Maria, con la definizione del progetto per il dopo parcheggione, con l’importante opera pubblica, iniziata di recente, con pista ciclabile, marciapiedi ed arredi, per la riqualificazione e l’abbellimento del lungomare. Ottenere la sospensiva del TAR è una missione difficilissima ma i colpi ad effetto, al contrario dell’abilità politica, sono sempre stati nelle corde delI’ex Sindaco grillino. Del resto i cittadini di Nettuno, oltre che al movimento cinque stelle, avevano dato fiducia proprio al Vicequestore dalle “mani libere”, Angelo Casto, da una vita in Polizia, anche a capo di missioni delicate e ad alto rischio, che nei prossimi giorni proverà a tornare per riprendere, insieme ai consiglieri rimasti lealmente al suo fianco, il lavoro soltanto cominciato e mai terminato.