di Eduardo Saturno
Con sempre maggior frequenza rappresentanti istituzionali, o “amici degli amici” richiedono di accedere ad un parco, alla visione di un film o di uno spettacolo all’aperto senza corrispondere il prezzo del biglietto. Per l’imprenditore è difficile, se non impossibile, negare i titoli di ingresso gratuiti, a maggior ragione se richiesti da Autorità con cui è “conveniente” gestire i rapporti in maniera “adeguata”. Un numero eccessivo di biglietti omaggio, però, richiesto con modalità non orientate alla giusta dose di equilibrio e buongusto, comporta anche implicazioni di carattere economico e fiscale.
Infatti, al mancato introito si addiziona, per una norma italianamente priva di logica ed iniqua rispetto a quanto permesso ad altri contribuenti Iva, l’obbligo di versarla pur non incamerandola, sulla percentuale di di biglietti omaggio superiori al 5% come previsto dal DPR 633/1972, art.3, comma 5. Come noto ai più, l’Iva, è un’imposta gravante sul consumatore finale e risulta “neutra” per l’imprenditore che l’introita per conto dello Stato provvedendo al suo versamento.
In tale evenienza, anzi, l’Iva non viene versata dall’utilizzatore del biglietto omaggio, ma grava sull’imprenditore. Similarmente anche il diritto d’Autore è preteso dalla SIAE sui titoli che superano la percentuale di cui sopra così come per l’ISI (Imposta sugli intrattenimenti) per i gestori di discoteche e similari. Quali soluzioni adottare? Premesso che risulta alquanto improbabile cambiare la mentalità di coloro i quali esercitano impropriamente l’autorità allo scopo di ottenere benefici personali, si potrebbe tentare l’adozione del “biglietto di cortesia”
In pratica si tratta di un titolo di accesso, generalmente venduto a 2 euro i cui vantaggi per l’esercente si possono suddividere in:
• Convenienza fiscale, in quanto non farebbero parte della percentuale di omaggi superiore al 5% della capienza, sulla quale Iva, Isi e diritto d’Autore vanno versati integralmente;
• Il biglietto di cortesia erige un muro, una specie di soglia psicologica nei confronti di coloro che non sono disposti a spendere 2 euro per l’accesso ad un qualunque evento e che probabilmente non si presenteranno.
Con tali modalità è verosimile che si riesca a limitare la difficile situazione in cui negarsi alle eccessive richieste di accessi gratuiti proporrebbe un biglietto di costo molto contenuto, giustificando nei confronti del richiedente la gratuità da normative di carattere fiscale e disposizioni SIAE.
In ultimo, si lancia un nuovo segnale agli scrocconi abituali, chiarendo i complessi meccanismi che il gestore è obbligato a rispettare e si accodino aprendo comunque il portafogli con benefici per tutti i protagonisti della contesa. Il messaggio finale dovrebbe essere: “nulla è gratuito, nemmeno il servizio che ti offro”
Spero che in città come Anzio e Nettuno, in cui in ampi settori delle relazioni sociali vigono le leggi della jungla, un giorno gli Amministratori diano l’esempio anche in quelle che a prima vista potrebbero sembrare inezie ( leggasi biglietti omaggio )
Alla prossima…