Un omaggio a Rolando Belleudi “il Cittadino”, Oggi alle ore 15,00 nella Chiesa S. Giovanni di Nettuno si sono svolte le esequie. Un pezzo di storia di Nettuno se ne va. Grazie Rolando, da parte di tutta Nettuno sportiva e non solo.
Un ricordo di “Cittadino” Rolando Belleudi scritto da Roberto Minnocci: “Nun avè paura!!”
Chissà se oggi è stato un bel giorno per andarsene. In questa strana primavera verniciata di colori densi. Con l’azzurro che cerca di nascondersi dietro quell’ammasso di nuvole bianche e grigie. Sembra quasi che abbia voluto aspettare la fine, scatenando l’ultimo temporale prima di accogliere per sempre nell’infinito una voce venuta da lontano. Quella stessa voce che rimbalzava sulle gradinate tinte di verde e di blu: la voce del “Cittadino”! Una voce inconfondibilmente colorata, proprio come questa giornata. Tristemente livida.
Chissà se oggi è stato un bel giorno per andarsene. In questa città che ti somigliava così tanto. Dura fino a fare male, fino alla fine. Fino a quando è possibile osare. Con un grido o con un sogno. O soltanto con un gesto, quello della vittoria. Lo specchio dell’anima riflesso sopra un diamante. Un diamante che hai amato tanto. Proprio come la vita, che ti sbatte dove vuole, come una foglia senza senso, fino a lasciarti cadere dove niente può più raggiungerti. Magari sopra un campo da baseball. Tra il vociare indistinto o il frastuono di un tamburo.
Chissà se oggi è stato un bel giorno per andarsene. Prima di vedere ancora un’altra partita. Un altro successo. Prima ancora che il vento cambi direzione, portando le tue parole o i tuoi ricordi fino alle soglie del tempo. Quel tempo vissuto oltre ogni immaginazione. Attraverso due secoli. Seduto o in piedi su quell’angolo di balaustra che non ti ha visto più, e mai più ti vedrà. Alla fine di un epoca. L’ultimo baluardo prima del niente. Non sarà più la stessa cosa. Non sarà più lo stesso Nettuno. Non ci saranno più gli stessi “Cittadini”.
Chissà se è stato un bel giorno per andarsene. In questo angolo di terra. Così verde. Così azzurro. Così profumato di mare. Tra le luci spente e gli spalti così tristemente vuoti. E chissà se hai avuto paura, quando hai attraversato il cielo, o se hai esultato come sempre. Tra i tuoni che esplodevano come dopo un fuoricampo. Nun ave’ paura, non è niente. Hai soltanto fatto il giro delle basi e adesso sei a casa. ‘Namo Cittadino, ‘namo! Hai vinto ancora, come un applauso senza fine. Perché: “Nun è ancora finita”!!
E noi non abbiamo più paura!