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riceviamo e pubblichiamo
La vicenda, riportata dalla stampa locale, della relazione del P.P. del centro urbano frutto di un copia e incolla da relazioni relative a realtà del tutto estranee a quella di Anzio, dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, quanto quel piano sia poco calibrato sulle reali criticità di Anzio ma sia invece rispondente alle solite logiche speculative attraverso un aumento ingiustificato di cubature.
Nel piano, ad esempio, per rientrare nei limiti di legge sugli standard per i servizi (dec.1444/’68), si calcolano come verde pubblico le piazze; arre ferroviarie inaccessibili sono destinate a parcheggi; si ignorano le qualità storiche di molti edifici e di importanti parti di tessuto urbano con i conseguenti vincoli non rispettati; si ignorano, in alcuni casi, le prescrizioni del P.T.P.R. ; si prevede un innalzamento delle altezze degli edifici lungo le riviere così da costituire una barriera visiva che cancella la loro identità e bellezza; ecc. ecc. ecc.
Senza poter approfondire in questa sede, per ovvi motivi, tutti gli aspetti tecnici che peraltro sono stati esplicitati nell’osservazione al piano presentata nei termini di legge, potremmo dire che si tratta di un piano che stravolge l’immagine del centro e ,insieme al famigerato progetto del porto, ne decreta la fine.
E’ questo il risultato perverso della chiusura totale, dell’attuale Amministrazione e di quella precedente, ad ogni confronto nel merito delle questioni e ad ogni proposta dell’opposizione.
Se si aggiunge la notizia, riportata sulla stampa locale e verificata, che il progettista del P.P. è lo stesso del famigerato progetto della Vignarola allora si capisce ancora meglio la visione di città alla base del piano in questione tutta orientata verso logiche di mera espansione edilizia non più proponibili e superate dalla cultura architettonica a tutte le latitudini.
Ci meraviglia il persistente silenzio dell’Amministrazione in merito alla vicenda delle relazioni copiate. Una giunta autorevole avrebbe fatto già sentire la propria voce. Vogliamo sperare che questo silenzio significhi una riflessione su tempi e modi per ritirare il P.P. del centro. Non c’è altro da fare specialmente ora che è stato acclarato che parte di quel piano potrebbe considerarsi un falso.
Come già avvenuto per l’indifendibile piano della Vignarola dove la mobilitazione popolare ha trovato uno sbocco positivo nella decisione dell’Amm.ne di ritirare quel piano, così auspichiamo che l’Amm.ne faccia altrettanto con il piano del centro. Vorremmo poter riconoscere alla attuale Amm.ne la stessa giustezza di comportamento che le abbiamo riconosciuto in quella occasione.
Invece a tutti coloro che adesso a vario titolo, alla luce dei nuovi fatti, cercano di cavalcare l’onda della contestazione accreditandosi come depositari della verità e della politica di opposizione e tentando così di rifarsi una verginità politica dopo aver attraversato ogni esperienza a destra e a sinistra capitalizzando tutto ciò che era possibile, possiamo dare solo un consiglio: abbiate la decenza, soprattutto verso voi stessi, di tacere.
Le lezioni di coerenza non ci riguardano e verrebbe da dire “da quale pulpito …”
Noi per quel poco che possiamo rappresentare nella città, fuori da ogni logica preconcetta, abbiamo un proposta semplice chiara da fare: si ritiri il piano e si apra quel confronto con la città, che non c’è mai stato, sul futuro del centro urbano, del suo porto e dell’economia dell’intero territorio.
Non essendoci nell’immediato scadenze politiche importanti come le elezioni amministrative ravvicinate, sarà possibile verificare idee e obiettivi e prefigurare le basi di un piano che sappia coniugare sviluppo e sostenibilità ambientale in una città di mare di medie dimensioni come Anzio. Non come Carpineto Romano, Rocca Priora o qualche altro piccolo centro semi-montano.