22 marzo Giornata Mondiale dell’Acqua. La denuncia del Comitato Anzio Nettuno

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Le istituzioni tra le più serie e democratiche dicono tutte la stessa cosa: l’acqua è un diritto e non una merce e va salvaguardata per noi e per le generazioni future. Lo dice l’ONU che con la risoluzione del 28/07/2010 ha stabilito che l’acqua è un diritto ed è la fonte di tutti i diritti; lo dice il Parlamento Europeo che con la risoluzione dell’8/09/2015, a seguito dell’iniziativa dei cittadini europei (ICE “l’Acqua è un diritto” ” (Right2Water) (2014/2239(INI)), ha stabilito che l’acqua è un diritto e non può essere considerata una merce; lo dice la nostra Costituzione che con l’art. 2, stabilisce che la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, e con l’art. 43 definisce una gestione pubblica e partecipata dei servizi pubblici essenziali, soprattutto in situazioni di monopolio, come il Servizio Idrico; lo ha detto persino il Papa nella sua Enciclica “Laudato sii” che la “privatizzazione del bene naturale dell’acqua che vada a scapito del diritto umano di potervi accedere, è inaccettabile”; lo hanno detto 27 milioni di italiane e italiani che il 13 giugno del 2011 hanno votato due referendum esprimendo la volontà del popolo sovrano per una gestione idrica fuori dal mercato e dal profitto. Ma ancora oggi, gli autoproclamatosi padroni dell’acqua fanno finta di non sentire, cercando di confondere “le acque”, appunto, rovesciando serbatoi di bugie sulla loro autoreferenziale capacita di gestire i nostri rubinetti in maniera efficiente, efficace ed economica, ma solo per le loro tasche. Basti pensare che tra il 2010 e il 2014, le grandi multiutility che gestiscono le risorse idriche nel centro-nord d’Italia (A2A, Iren, Hera e Acea) hanno prodotto utili netti per un miliardo e 800 milioni di euro e hanno distribuito oltre due miliardi ai loro azionisti, solo quest’anno i dividendi distribuiti sono stati oltre 500 milioni di euro. In compenso ci hanno lasciato una rete idrica nazionale colabrodo con circa il 40% l’anno di acqua dispersa che nessuno ci ridarà più, una tariffa idrica aumentata del 100% ed investimenti diminuiti negli ultimi 10 anni del 50%. Il nostro gestore del Servizio Idrico, Acqualatina S.p.a. che si vanta di aver investito 250 milioni di euro dall’inizio della gestione, si è garantito più di 140 milioni in più di tariffe fuori legge gonfiate ad arte, oltre 50 milioni di partite pregresse illegittime, oltre 50 milioni di penali mai pagate. Chiunque, leggendo queste cifre avrebbe gridato allo scandalo, alla truffa, ma la maggior parte dei nostri sindaci dell’ATO 4 non lo fanno, non lo hanno fatto e, chissà se lo faranno quelli che verranno eletti alle prossime elezioni. Oggi è in discussione in Parlamento il disegno di legge sul governo e la gestione pubblica delle acque, frutto della proposta di legge di iniziativa popolare presentata al Parlamento nel 2007 dal Forum Nazionale dei Movimenti per l’Acqua con più di 400 mila firme raccolte, e sostenuta dai parlamentari del M5S, che ancora non riesce ad avere uno sbocco positivo. Un disegno di legge che vede schierato contro un potente, forse il più potente gruppo di portatori di interessi economico-finanziari e loro guardaspalle, gregari, vassalli e cronisti di corte. Dalla nostra parte abbiamo solo la fede nella verità e nella giustizia e un esercito di cittadini che continuano a dire no alla finanziarizzazione delle proprie vite, e sì al futuro. Per questo, sabato 23 marzo saremo a Roma alla manifestazione per la “Marcia per il clima, contro le grandi opere inutili” e domenica 24 a Nettuno in Piazza Martiri della Pace dalle 10 alle 18 per difendere la nostra legge sulla ripubblicizzazione del servizio idrico e per incalzare i parlamentari ad approvarla nel più breve tempo possibile, senza lasciarsi ingannare dalle notizie false e tendenziose dei gestori e loro sostenitori e fare definitivamente e senza indugio una scelta di civiltà, perché si scrive acqua ma si legge democrazia!

Comitato AcquaPubblica Anzio-Nettuno