How to do: come realizzare una rassegna stampa moderna e a norma di legge

Fare una buona rassegna stampa può addirittura essere un’arte, bisogna essere in grado di riportare in un tempo di lettura breve tutto il sunto di una giornata di informazioni o di un solo macrotema. Vi sono svariate possibilità per svolgere il compito, e svariate sfaccettature del compito stesso: un giornalista dovrà leggere ogni mattino tutto lo scritto in merito alla sua materia di competenza, un’azienda dovrà leggere tutte le recensioni sui propri prodotti e così via.
Per essere un’arte anche la rassegna ha bisogno dei suoi strumenti e delle sue attenzioni, andiamo a vedere qualche tool utile per una efficace realizzazione e qualche dritta dal punto di vista legale per non incorrere in spiacevoli errori.

Strumenti di un mestiere moderno
Rispetto al passato il compito dell’ufficio stampa, nella fattispecie della rassegna, è diventato più complesso dal punto di vista del controllo delle fonti considerato che alla classica mazzetta di giornali si sono aggiunte le testate online, i blog, i social e tutto il cluster dell’informazione cybernetica. Per fortuna anche gli strumenti di monitoraggio sono aumentati e divenuti più efficaci.
Oggi ci sono delle aziende che offrono la gestione di abbonamenti postali per giornali e riviste a domicilio (qui l’esempio di un’impresa che opera questo servizio a Roma), una rassegna personalizzabile sia nei contenuti che negli orari di ricezione. Grazie a questi servizi una grande impresa può far recapitare ai dipendenti interessati un set di giornali e riviste diverso da impiegato a impiegato, a seconda di ruoli e funzioni. Per la parte web invece pullulano gli aggregatori di notizie, un esempio esplicativo è sicuramente Feedly che permette su un unico portale di visionare le notizie provenienti da vari organi di informazione.
Se invece siamo interessati ad un singolo argomento possiamo impostare un alert su Google, il motore di ricerca infatti ci informerà di ogni qualvolta questa parola compare su un nuovo contenuto digitale. La stessa logica che usa Mention operando però sui social network. Grazie a questi tool possiamo sapere, ad esempio, ogni qualvolta il prodotto che stiamo sponsorizzando viene citato e non perdere mai una recensione web riguardo esso.

Attenzione al diritto d’autore
La legge italiana non è di facile interpretazione in merito ai temi di diritto d’autore e copyright ma ne si possono cogliere limiti e pregi. Nella fattispecie parlino degli articoli 65 e 70 della Legge sul Diritto d’autore, una legge promulgata nei primi anni ‘40. Secondo l’articolo 65 vi è la possibilità di riprodurre e utilizzare gli articoli dei media interessati indicando la fonte, a meno che l’editore proprietario non ne abbia specificato la “riproduzione riservata”. Nell’articolo 70 invece si specifica che l’utilizzo di suddetti articoli non deve entrare in concorrenza con l’utilizzo economico che ne fa l’editore proprietario.
Potremmo dire, facilitando, che nell’ambito di una rassegna stampa non c’è problema a usare parti di articoli esemplificativi di un concetto, citando la fonte, ma non è possibile prendere, ad esempio, lo stralcio di un’altra rassegna in quanto si entrerebbe nell’ambito della concorrenza economica. Inoltre possiamo citare la legge n. 399 del 20 giugno 1978 con cui la giurisprudenza italiana ha recepito la Convenzione di Berna, precisamente l’articolo 10 dove si precisa che una rassegna stampa sia (o possa essere) un insieme di citazioni di articoli, quindi non composta da testi altrui nella loro interezza.
Riguardo al copyright possiamo anche citare la recente direttiva emanata dall’Unione Europea, direttiva ancora non recepita in forma di legge statale ma già molto chiara nei contenuti. Questa, nello specifico del diritto d’autore, fa soprattutto riferimento allo “scontro” tra editori e grandi piattaforme digitali come Google e Facebook alle quali viene richiesto di riconoscere: un più lauto compenso per gli editori proprietari dei contenuti che gli utenti ricondividono sui vari social o le anteprime degli articoli che girano sui motori di ricerca; maggiore responsabilizzazione nella difesa del diritto d’autore tramite il controllo di ogni singolo contenuto postato dagli utenti iscritti, una pretesa che solo le grandi major riusciranno, forse, a soddisfare.