La delibera della regione Lazio sul contributo straordinario all’affitto lascia straordinariamente perplessi per almeno quattro motivi.
Tempi, comprensibilità della delibera, spessore del contributo e aventi diritto.
TEMPI
L’elargizione di questo contributo appare talmente complessa da fare prevedere tempi molto lunghi.
I comuni devono riaprire il bando già ‘ chiuso dandosi altri termini: finito questo percorso le domande vengono inviate alla regione ( un mese, due mesi?)
Quest’ultima determina il contributo di ogni singola domanda che sarà erogato alla fine della valutazione di tutte le domande ricevute calcolando l’importo del valore medio della domanda moltiplicato il numero delle domande ricevute.
Ci chiediamo se si ha una idea di quante domande perverranno, se si sono calcolate le forze lavoro per portare a compimento l’ operazione, se si sono calcolati i tempi dei trasferimenti ai comuni ed alle famiglie delle risorse messe a disposizione? O è il solito provvedimento di facciata?
Ci ricordiamo ancora i contributi all’affitto erogati dopo due o tre o anche quattro anni dalla richiesta.
COMPRENSIONE DEL DOCUMENTO
Cosa vuol dire:”la direzione regionale determina il valore medio da attribuire alla singola domanda di contributo, erogando ai comuni l’ importo così determinato: importo del valore medio a domanda( moltiplicato) il numero di domande ricevute dal comune,entro i limiti delle risorse a disposizione”?
ENTITÀ DEL CONTRIBUTO
“L’ammontare del contributo a sostegno non potrà superare il 40% del costo di tre mensilità dell’anno.”
Ad esempio una famiglia che abbia un affitto di cinquecento euro mese per complessivi seimila euro annui al mese potrà avere al massimo un contributo massimo di seicento euro che equivalgono a trenta euro mese!!!!
AVENTI DIRITTO
“Beneficiari dei contributi sono i titolari di contratti di locazione ad uso residenziale di unità immobiliari di proprietà privata e pubblica site nel comune di residenza e utilizzate a titolo di abilitazione principale.
Per i contratti Ater e/o enti pubblici la titolarità è dimostrata dal pagamento dei canoni”
Non si capisce perché fondi estremamente limitati siano distribuiti a pioggia anche al patrimonio pubblico, che gode di canoni assolutamente convenienti, senza neanche distinguere tra assegnatari e occupanti illegittimi.
Uniat Aps Lazio
Il Presidente
Patrizia Behmann