Il consiglio comunale di Anzio ha votato ieri, all’unanimità, un ordine del giorno su proposta del Partito Democratico che punta a far tornare il controllo totale delle azioni della “Capo d’Anzio SPA” in seno al comune. L’ordine del giorno incarica il sindaco Luciano Bruschini di applicare l’articolo 8 dei Patti parasociali che stabiliscono che, tutte le quote tornino al Comune nel caso in cui, Italia Navigando, non abbia portato i finanziamneti necessari per avviare la realizzazione del nuovo porto, entro un anno dal rilascio della concessione demaniale da parte della Regione Lazio. La società del Ministero del Tesoro avrebbe tempo per portare i contributi fino al 10 ottobre prossimo, ma, la stessa, non sembra intenzionata a sostenere la realizzazione del progetto di costruzione del mega porto di Anzio, che prevede il raddoppio del bacino portuale. Novità, questa, che sta mandando all’aria i piani di Bruschini (e della sua compagine) che sognava di passare alla storia come il realizzatore del grande porto.
L’Ordine del giorno appovato
Oggetto: cessione azioni Soc. Capo d’Anzio tra Italia Navigando e Marconi
il Consiglio Comunale
premesso
che Italia Navigando e” stata scelta quale socio nella Capo d’Anzio, in quanto pubblicamente partecipata attraverso Sviluppo Italia e che in funzione di tale ingresso Soc. Italia Navigando, si impegnava a reperire (art.5) finanziamenti comunitari, statali e regionali necessari alla realizzazione dell’opera, nonché delle necessarie conoscenze tecniche e del know how nella realizzazione di approdi turistici.
considerato
che dalle notizie assunte sembra esserci stato un passaggio di quote societarie all’interno della Soc. Italia Navigando con il quale sarebbe stata ridotta la partecipazione pubblica nella Soc. Italia Navigando.
che ad oggi nessuno degli impegni assunti dalla Italia Navigando in termini economico-finanziari di cui all’art. 5 è stato rispettato.
impegna
il sindaco a continuare a svolgere l’attività’ amministrativa tesa a completare le procedure tenendo conto che devono essere seguite con attenzione valutate e approfondite tutte le novità’ contenute nell’ultimo decreto del governo nella materia di che trattasi;
a verificare se esistono ancora, dal punto di vista giuridico, le condizioni di mantenimento di Italia Navigando quale socio e comunque alla data di scadenza prevista dall’art.8 del patto parasociale, laddove non fossero state rispettate le norme contrattuali previste, ad avviare ogni azione necessaria per l’acquisizione delle quote detenute da Italia Navigando al valore nominale.
impegna altresì il Sindaco a riferire di ogni eventuale sviluppo futuro, anche in ordine di rapporti tra ente/capo d’Anzio e Italia navigando e le eventuali variazioni dei valori economici.
Il testo presentato dal PD di Anzio.
“Alla luce della grave situazione in cui versa il Porto di Anzio e delle forti preoccupazioni in merito al suo futuro, il documento politico ufficiale, depositato agli atti del Consiglio comunale, che illustra le valutazioni e le proposte in merito del PD di Anzio” Ha spiegato il Segretario cittadino del PD di Anzio Ivano Bernardone.
O.d.G.: Porto di Anzio – posizione del PD
L’intima commistione, sotto il profilo sia urbanistico sia socio-economico e culturale, tra la città di Anzio ed il suo porto sono un valore unico ed irripetibile da tutelare ad ogni costo e nessuno può immaginare che tale inestimabile patrimonio possa essere sacrificato e ridotto ad oggetto di speculazioni di tipo privatistico.
Il Porto della Città di Anzio deve rimanere pubblico perché non è un’infrastruttura qualsiasi ma è la città stessa; questa posizione peraltro non esclusiva è del nostro partito ma da sempre patrimonio comune dell’intero consiglio comunale.
Il pericolo di una progressiva privatizzazione del Porto di Anzio era stato da noi avvertito già nel lontano 2004 e da allora ripetutamente denunciato unitamente alle tante ombre del progetto del porto e della gestione di questa vicenda.
La destra con prepotenza ha sempre negato un confronto sul merito delle difficoltà che nel tempo si accumulano e moltiplicano. Ha scelto ciecamente un’altra strada, quella della propaganda incessante, dei proclami che scattano ad orologeria per ridare ossigeno a maggioranze in crisi, quella del porto sempre da annunciare ma mai da fare.
Nei documenti e nelle numerose iniziative del PD, raccolte in una prima sintesi nell’ottobre del 2008, abbiamo evidenziato tutte le criticità di questo progetto e sopratutto la sua impraticabilità sotto il profilo finanziario e dell’assetto societario. Tutti i nodi da noi evidenziati stanno sistematicamente venendo al pettine ed oggi, al netto dei proclami e dei manifesti elettorali del centrodestra, constatiamo che :
• il progetto faraonico ed impattante del porto si conferma antistorico ed inattuabile specie in questa particolare e grave congiuntura economica. Questo progetto, viste anche le drammatiche esperienze che altre città come Fiumicino e Imperia stanno soffrendo a causa di operazioni simili, rappresenta non più una speranza ma un ombra che incombe su Anzio. Se avviato con la superficialità che osserviamo è destinato a bloccarsi paralizzando la città; non c’è nessuna certezza per gli operatori del porto e sono sempre più forti i timori dei commercianti del centro storico. Si rischia di spazzare via tutta l’economia e la storia presenti ad Anzio centro;
• l’accordo di programma del 2010 è stato l’ennesimo bluf con cui la Regione della Polverini, in modo pilatesco, ha finto di approvare l’opera ma in realtà ha posto tutte le gravose prescrizioni necessarie a carico del soggetto attuatore complicando ulteriormente ed a dismisura la fattibilità economico ed amministrativa dell’opera;
• nessuna rassicurazione è pervenuta sull’impatto ambientale delle opere e così si è esteso il fronte degli enti e delle amministrazioni che, preoccupate per le possibili conseguenze sul litorale, faranno ogni tipo di opposizione all’attuazione del progetto;
• la prenotazione dei posti barca per mesi è stata propagandata come attività che ormai dava avvio ai lavori, in realtà è stato un flop totale ed ha confermato l’infondatezza della programmazione economica; un fallimento grave sul quale si è tentato di glissare proponendo subito l’ennesimo colpo di teatro: il bando per la dichiarazione d’interesse, altra iniziativa buona per la solita propaganda ma di dubbia utilità ed efficacia;
• il porto attuale degrada in un agonia imperdonabile unitamente alle tante attività socio economiche presenti ed al centro storico di cui è parte mentre, come dal PD sempre sostenuto, con un progetto ed un’amministrazione migliori poteva facilmente essere riqualificato, aggiornato ed anche ampliato rilanciando l’economia e l’immagine del cuore della città;
• con il trasferimento di quote della Capo d’Anzio, che troppe volte il PD ha indicato come un grave rischio su cui intervenire tempestivamente, il destino del porto e quindi dell’intera città da oggi sono in mano ai privati ed è questa una situazione inaccettabile a cui solo l’estrema negligenza e la presunzione di certe amministrazioni potevano condurre.
Il progetto del nuovo porto è sempre stato il punto centrale se non l’unico significativo del programma elettorale della destra; il fallimento prodotto su questo fronte si aggiunge a quello del devastante piano regolatore ed al degrado imposto alle istituzioni comunali sfociato nella paradossale vicenda dell’incompatibilità del vicesindaco. L’inadeguatezza di questa maggioranza è palese e totale e servono ormai soluzioni immediate per chiarire che le alternative esistono.
Il nuovo governo di Anzio dovrà necessariamente riformulare integralmente una proposta di rilancio del porto e tutte le indicazioni che da sempre proponiamo si rivelano oggi più che mai valide ed attuali.
Per superare lo stato di cose determinatosi, pericoloso per la comunità cittadina e per quanti vivono delle attività localizzate nel bacino portuale, e per tentare di avviare la realizzazione di un porto più adeguato all’attuale situazione economica del paese scongiurando il rischio concreto della fuga delle imbarcazioni verso altri paesi europei ed extraeuropei; il PD propone:
• una verifica e rielaborazione del progetto basata innanzitutto sulla possibilità di immediato recupero del bacino attuale, su ammodernamenti ed ampliamenti compatibili con l’assetto della città e quello del litorale, improntata alla massima sostenibilità ambientale e finanziaria; una soluzione che, suddividendo possibilmente il progetto in stralci, massimizzi l’utilità dell’opera a fronte di una decisa riduzione dei costi e soprattutto dei tempi di realizzazione;
• coniugare il recupero ed ammodernamento del porto con il recupero del centro storico e delle riviere e realizzare gli ampliamenti che si rivelino effettivamente sostenibili sotto il profilo ambientale e che quindi non danneggino il litorale ed eliminino l’insabbiamento cronico del bacino;
• la ricollocazione delle attività nell’ambito del bacino attuale e la stessa cantierizzazione delle opere non devono penalizzare le attività e le economie esistenti e ciò può avvenire solo attraverso soluzioni progettuali che raccolgano questa forte esigenza e soprattutto con il coinvolgimento attivo di tutti i soggetti interessati;
• riconsiderare l’offerta nautica e la tipologia portuale. Si deve rinunciare all’assurda e devastante idea di costruire un marina per grandi yachts con i suoi parcheggi nel centro di Anzio, deve essere preservato l’assetto paesaggistico e storico del porto da attrezzare avendo a riferimento la domanda nautica del futuro e quindi prediligendo marcatamente la vela per la quale, peraltro, Anzio ha spiccata vocazione e tradizione;
• proponiamo da subito di avviare tutte le iniziative possibili per preservare la natura pubblica della Capo d’Anzio e quindi la pubblicità dell’opera. Il traguardo da noi sempre auspicato è la promozione di un azionariato diffuso che consentisse il coinvolgimento degli operatori economici di Anzio ed in generale della città. Il Comune faccia quindi valere i patti parasociali a suo tempo sottoscritti da Italia Navigando, non riconosca la cessione delle quote ed eserciti l’opzione prevista di acquisto delle quote medesime di Italia Navigando.