All’indomani dell’efferato omicidio avvenuto in una piazza centrale di Nettuno, è scontro tra tesi diverse, la divisione è su chi tende a minimizzare la gravità di quanto accaduto con la tesi che l’omicidio non riguarda la città perché “la vittima viene da fuori”, e aspetta che si spenga l’eco della notizia e chi al contrario sottolinea l’enormità di un omicidio di camorra avvenuto a viso scoperto in pieno centro cittadino che denota come le organizzazioni criminali si sono impossessate delle città del litorale e si mobilita . In effetti dopo quando accaduto ci si sarebbe aspettata una forte reazione da parte dell’Amministrazione comunale che come minimo avrebbe dovuto convocare un consiglio comunale straordinario e chiamare a raccolta i cittadini, le forze politiche e sociali in una grande manifestazione contro le mafie che inquinano il territorio, un segnale forte di una città che vuole la legalità, segnale che dall’istituzione locale non è arrivato.
Segnale arrivato, però, da un’altra Istituzione, la Regione Lazio con il Presidente della Commissione Lotta alla Criminalità Filiberto Zaratti tra i primi ad arrivare a Nettuno dopo l’omicidio, annunciando una seduta straordinaria della Commissione sul caso Nettuno e sulle strategie di contrasto alla presenza della mafie nei comuni del litorale. Dal palazzo dicono che il sindaco Chiavetta sia in ferie e cercando di tranquillizzare i cittadini, il vice sindaco di Nettuno Luigi Visalli (in un’intervista la quotidiano Latina Oggi) ha fatto sapere che «Quanto accaduto riguarda una vicenda di criminalità non direttamente collegata al nostro territorio. La vittima dell’agguato infatti viene da fuori non solo dalla nostra città, ma proprio da un’altra regione, e i suoi recedenti con le forze dell’ordine
riguardano attività svolte nella sua propria zona d’origine. Purtroppo – conclude – il nostro territorio da diversi anni continua ad essere indicato come luogo di ‘confino’ per esponenti della criminalità organizzata”. Parole in netto contrasto con l’allarme lanciato dalle forze politiche in primis Sinistra Ecologia Libertà che subito dopo il fatto di sangue ha organizzato insieme alle associazioni antimafia e alla Federazione della Sinistra, un Presidio per la Legalità. Sembra, infatti, rispondere al Vicesindaco di Nettuno l’on. Jean-Léonard Touadi (Pd), responsabile Sicurezza e Legalità del Pd Lazio. “Dopo gli ultimi fatti, il problema non è più quello di
riconoscere la presenza di infiltrazioni delle famiglie mafiose, ma piuttosto di combattere il loro radicamento sul territorio. L’omicidio Pellino – continua Touadì – conferma in particolare le nostre preoccupazioni riguardo al ruolo della criminalità organizzata nella zona di Anzio e Nettuno. Dal 2009 ad oggi abbiamo presentato ben 14 interrogazioni parlamentari per denunciare i numerosi attentati ed intimidazioni ai danni di imprenditori e amministratori sul litorale. In particolare, esistono concreti indizi che il clan Gallace e i Casalesi tentino di infiltrarsi nei lavori per la realizzazione della nuova Pontina e del porto di Anzio. Denunciare in maniera puntuale simili rischi non significa generare allarmismi, ma è anzi il modo migliore per tutelare i territori. Per questo ho già chiesto ai componenti del Pd in Antimafia di attivarsi perché la commissione visiti le zone interessate”.
La prima forza politica a reagire è stata Sinistra Ecologia e libertà di Nettuno con Francesca Tammone e la Federazione Regionale del Lazio. «L’omicidio avvenuto in pieno centro cittadino a Nettuno è un fatto di una gravità assoluta che dimostra quanto da tempo denunciamo: la presenza della criminalità organizzata è un dato di fatto,- hanno detto gli esponenti del partito di Vendola– sul litorale romano le organizzazioni mafiose hanno oramai messo le radici e si insinuate nel tessuto economico e sociale».
Al contraio, allarmato, ma tendente ad accreditare la tesi che la situazione a Nettuno è come nel resto d’Italia, è Candido De Angelis (FLI), senatore ed ex sindaco di Anzio, che ha presentato un’interrogazione urgente al ministro dell’Interno e a quello della Giustizia «Mi chiedo – commenta De Angelis – come una persona del calibro criminale dell’assassinato potesse essere in libertà, dopo l’arresto avvenuto solo un paio d’anni fa. Il delitto ha
creato giustamente un grande allarme sociale, ma va fatta chiarezza sui motivi della presenza di Pellino a Nettuno. La criminalità esiste sul nostro litorale come nel resto d’Italia, quella organizzata ha trovato finora un tessuto sociale che non ha ceduto». Per il Coordinamento Antimafia di Anzio e Nettuno, invece: ” L’omicidio di Modestino Pellino sorvegliato speciale e ritenuto contiguo al clan Moccia, avvenuto ieri nel pieno centro di Nettuno non è un fatto isolato”. In un contesto territoriale dove operano la ‘ndrangheta, (presente secondo la relazione annuale della Direzione Nazionale Antimafia con una costola locale del clan Gallace), il clan dei Casalesi (come attestano le sentenze e le indagini della magistratura) ed ancora il clan Mallardo che ha investito in campo immobiliare a Nettuno ed Anzio (come dimostra l’inchiesta Arcobaleno) e consorterie locali da sempre attive nel narcotraffico e nell’usura, – spiega l’associazione – occorre uno straordinario sforzo per colpire le mafie nelle loro ramificazioni imprenditoriali e politiche“.
In certi momenti è importante che le persone per bene, quelle che intimamente sanno da quale parte stare, non abbassino la testa, reagiscano e si indignino, se questo non succede allora è un problema serio, se avvenimenti gravi scivolano via senza destare un sentimento di ribellione allora la situazione è molto più grave. La redazione de inliberasuscita in questi giorni è stata impegnata nella difficile opera di informazione e anche riflessione su quanto accaduto, perchè crediamo che la legalità sia la base della convivenzza civile e democratica. Nell’anno degli anniversari delle morti di Falcone e Borsellino, è il minimo che potessimo fare.
il Direttore