In questo giorno di 76 anni fa l’Armata Rossa fece irruzione ad Auschwitz aprendo i cancelli di uno dei campi di sterminio simbolo della follia omicida della dittatura nazista. Un centro dell’orrore dove vennero schiavizzati, torturati e uccisi milioni di persone. La pagina più nera e deprecabile della storia dell’umanità che abbiamo il dovere di ricordare e di studiare per capire e far comprendere anche alle generazioni future quanto la disuguaglianza e la discriminazione siano tumori da estirpare nella nostra società. E’ profondo il mio rammarico oggi nel non poter, viste le norme vigenti per il contrasto alla diffusione del Coronavirus, vivere questo giorno di riflessione con gli studenti del nostro territorio come avvenuto lo scorso anno in sala consiliare. Tutti i giorni, e oggi in particolare, è fondamentale il confronto e il dialogo su temi con l’uguaglianza e l’equità sociale, valori fondanti di ogni democrazia e che sono venuti meno negli anni bui della Seconda Guerra M
ondiale in cui si sono perduti i concetti stessi di umanità e civiltà con la persecuzione delle minoranze e con le leggi razziali, atti ignobili di cui anche la nostra Nazione si è macchiata. Non solo oggi che ricorre “Giorno della Memoria”, ma ogni giorno, dobbiamo ricordare insieme ai ragazzi e agli studenti gli errori che sono stati fatti che siano da monito per il futuro, perché a loro spetterà essere protagonisti attivi della società di domani. Oggi, però, voglio ricordare anche uomini e donne valorosi che, nel loro agire quotidiano in quegli anni di violenza e terrore, si sono opposti con tutte le loro forze allo sterminio degli Ebrei e alla deportazione di uomini, donne e bambini che non avevano alcuna colpa. Uomini come Giovanni Palatucci, a cui è intitolato il più grande parco cittadino della nostra città, un “giusto fra le nazioni” che, da Questore di Fiume distrusse archivi, documenti e, procurando documenti falsi, riuscì a salvare dalla deportazione circa cinquemila persone. Il suo coraggio e il suo senso di giustizia, però, non si fermò qui. Anche quando fu informato che le SS sospettava della sua attività rifiutò di fuggire e mettersi in salvo per non abbandonare i poliziotti sotto il suo comando che lo avevano aiutato e che avrebbero pagato il prezzo delle sue azioni. Il 13 settembre 1944 fu arrestato presso la sua abitazione, non fece mai i nomi dei suoi complici salvandoli da morte certa e fu deportato nel campo di concentramento di Dachau dove morì il 10 febbraio 1945. Quella di Giovanni Palatucci è solo una di migliaia di storie di uomini e donne coraggiosi che hanno illuminato di speranza il periodo più nero della storia dell’umanità e che con le loro azioni hanno donato un futuro ad altre persone sacrificando la loro stessa vita in nome della giustizia. Questi sono gli esempi che la storia ci ha donato per imparare quei valori che ci rendono ogni giorno uomini e donne liberi e indipendenti, schierati nella difesa della memoria ogni giorno per mezzo delle nostre azioni, e impegnati nel tramandare ai nostri figli e ai nostri nipoti l’educazione alla pace, il rispetto delle diversità e la dignità di ogni individuo. Solo impegnandosi ogni giorno in questa costante azione il sacrificio di uomini e donne come Giovanni Palatucci sarà servito per costruire una società migliore nel segno della pace e dell’uguaglianza.
L’Assessore alla Cultura e alla Pubblica Istruzione
Camilla Ludovisi