L’attività venatoria non potrà iniziare sabato 1 settembre. Doppiette consentite dal 16. E il Wwf chiede il blocco totale della caccia. Zaratti, SEL: Ora la Regione sposti l’inizio della stagione di caccia
di Claudio Pelagallo
La Regione Lazio bocciata dal Tar. La scelta – poco ambientalista – della compagine di centrodestra guidata da Renata Polverini, di anticipare la stagione della caccia a sabato 1 e domenica 2 settembre non è piaciuta ai giudici del tribunale amministrativo del Lazio, che hanno accolto il ricorso presentato dal Wwf Lazio contro il provvedimento. Il Tar ha dunque fermato le doppiette: per sparare, i cacciatori dovranno attendere l’inizio ufficiale della stagione venatoria, fissato per il 16 settembre.
“Come ogni anno ormai accade, la Regione Lazio intendeva anticipare di due settimane l’avvio della caccia, contravvenendo palesemente alla direttiva comunitaria Uccelli – attacca il Wwf – e ignorando, per specie come il colombaccio, il parere negativo dell’Ispra l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Ma il Tar ci ha dato ragione“. Soddisfazione è stata espressa dalla presidente regionale dell’associazione ambientalista Vanessa Ranieri : “La decisione del Tar Lazio ha impedito la prevista preapertura della caccia, che avrebbe sferrato un ulteriore colpo di grazia alle popolazioni di fauna selvatica già duramente colpite da mancanza d’acqua e distruzione dell’habitat riproduttivo a causa delle fiamme“. “Logica, buon senso e, soprattutto, pareri unanimi degli esperti – continua Ranieri – concordano nell’affermare che le popolazioni animali, in caso di prolungate condizioni climatiche estreme, sono sottoposte ad enormi stress fisici; la situazione che si è creata in modo particolarmente evidente questa estate a seguito di siccità, alte temperature e incendi rischia di avere, nel breve e nel medio periodo, effetti negativi sulla dinamica di popolazione di molte specie”. La legge nazionale sulla caccia – all’art. 19 comma 1 – permette alle Regioni di sospendere la caccia in caso di particolari condizioni ambientali, stagionali o climatiche. L’eccezionale periodo di siccità, le temperature altissime e i tanti incendi avrebbero suggerito, al contrario di quanto fatto dalla Regione Lazio, di sospendere l’attività venatoria anziché chiedere una deroga al calendario per accontentare la lobby dei cacciatori. Perciò le associazioni in difesa di ambiente e fauna rilanciano la richiesta di vietare la caccia nel prossimo autunno, affinché siano scongiurati i danni irreversibili agli ecosistemi.
“La decisione del TAR di non concedere la deroga alla pre apertura della stagione di caccia nel Lazio, su ricorso del WWF, è profondamente giusta e, soprattutto, per le motivazioni, indicativa di una strategia di tutela ambientale che dovrebbe comportare a questo punto anche un posticipo dell’apertura della stagione, per consentire alla fauna fortemente provata dalla siccità di recuperare il suo equilibrio” lo dichiara Filiberto Zaratti, consigliere regionale di SEL. “Le centinaia di incendi e la siccità – prosegue Zaratti – hanno infatti messo a dura prova l’ambiente naturale della nostra regione e i danni reali non sono ancora stati analizzati e quantificati. La caccia è una pratica obsoleta e distruttiva, inaccettabile di fronte allo stato contemporaneo della società e dell’ambiente, ma anche chi non la pensa così dovrà convenire che la caccia è comunque un’attività ad impatto negativo sull’ambiente che se in alcuni casi si può definire limitato e controllato, in altri, come quello presente, mostra tutta la sua distruttività e costituisce un inutile e dannoso accanimento contro gli animali. La Regione Lazio dovrebbe ora, – conclude Zaratti – evitata la palese infrazione alla direttiva comunitaria Uccelli, riflettere sulla possibilità di spostare l’inizio della stagione di caccia, previsto per il 16 settembre, e di avviare, d’accordo con l’ISPRA e con le associazioni ambientaliste, una campagna di monitoraggio dello stato di salute della fauna della nostra regione”.