Per la Regione Lazio parte la corsa per il post-Zingaretti

L’assessore alla Salute Alessio D’Amato e il centrista Pd Daniele Leodori già fra i papabili per la candidatura

Nel centrosinistra romano e del Lazio è partita, ad un anno dalle urne, la contesa che condurrà alla campagna elettorale per le regionali nel Lazio. Il secondo mandato di Nicola Zingaretti scadrà a marzo del 2023, il voto in teoria cadrebbe in concomitanza con le elezioni politiche qualora il Parlamento completasse la legislatura fino alla scadenza naturale.

Nel centrosinistra romano è partita, sottotraccia ad un anno dalle urne, la contesa che condurrà alla campagna elettorale per le regionali nel Lazio. Il secondo mandato di Nicola Zingaretti scadrà a marzo del 2023, il voto in teoria cadrebbe in concomitanza con le elezioni politiche qualora il Parlamento completasse la legislatura fino alla scadenza naturale.

Nel 2017 il Consiglio regionale ha recepito il divieto di terzo mandato consecutivo. Così, archiviate le suppletive per il collegio alla Camera del centro storico di Roma, nella Capitale sono partite le manovre tra gli schieramenti in vista delle regionali.

Al momento, a quanto filtra, i nomi più gettonati come possibili candidati alla presidenza per la coalizione di centrosinistra sono Daniele Leodori, esponente di area centrista del Pd, attuale vice di Zingaretti, ed Alessio D’Amato, una vita a sinistra, assessore alla Sanità attivissimo negli ultimi due anni nel contrasto del Covid.

Sul nome di D’Amato recentemente ha speso parole di elogio anche il leader di Azione Carlo Calenda, affermando che se l’assessore fosse il candidato non ci sarebbero ostacoli a sostenerlo vista la qualità del lavoro messo in campo nell’affrontare la pandemia.

Ma tra i dem romani c’è chi fa notare che il quadro politico è particolarmente in evoluzione e molto dipenderà dalla partita del Quirinale e dal futuro del governo. In parole povere: alla fine tra i due nomi ora più accreditati per la corsa come governatore potrebbe spuntarla anche un profilo terzo, più nazionale. La contesa, dunque, potrebbe non essere limitata solo ad esponenti locali. Con Zingaretti che invece potrebbe essere indirizzato all’approdo in Parlamento nella prossima legislatura.

Oggi in Regione governa una maggioranza ampia con il Pd come perno e poi la sinistra, i cattolici sociali di Demos ed il Movimento 5 Stelle, presente in giunta con due assessori. La prossima tornata, specialmente se arrivasse in contemporanea con le elezioni politiche, potrebbe vedere correre per un posto nel parlamentino regionale anche esponenti nazionali ‘sacrificati’ dal taglio del numero dei parlamentari.

Il centrodestra romano, invece, appare ancora scottato dalla recente sconfitta elettorale alle comunali per il Campidoglio. Il risultato sotto le attese di Enrico Michetti, sostenuto soprattutto da Fratelli D’Italia , ha lasciato malumori nella coalizione. Negli ultimi anni si era ipotizzata una candidatura di un esponente della Lega di Salvini alla guida della Regione ma per ora nessun nome di peso è uscito allo scoperto.

 

Fonte agenzia Agi. www.agi.it