L’editoriale. Scandalo fondi PDL Polverini: “Sono quì per chiedere scusa”. Ma niente dimissioni

Renata Polverini

 L’editoriale di Claudio Pelagallo

 “Sono qui per chiedere scusa. Dobbiamo pagare un prezzo alto se vogliamo restituire dignità alla politica e ai partiti”. Con voce sommessa, ha proferito un lungo e doloroso mea culpa. Le ventilate dimissioni: erano solo uno scherzo. La ex sindacalista ha chiesto scusa “a tutta la politica onestà, alle altre Regioni, alle famiglie” “che fanno fatica ad arrivare a fine mese, agli operai della Fiat, alla stampa e ai media”. Quello della presidente della Regione Lazio Renata Polverini, dopo lo scandalo degli abusi sui fondi del gruppo consiliare del Pdl, alla fine è stato una sorta di ultimatum: “O si cambia o andiamo tutti a casa” ha detto alla Pisana. Renata Polverini ha indossato la maschera del vendicatore solitario, minacciando, sfaceli e dimissioni, ma s’è poi fermata a un passo dall’azione, e ‘quanno me ricapita’, avrà pensato. Si è presentata nell’aula del consiglio regionale come fosse un’estranea, che cade dalle nuvole, come se quegli uomini del Pdl accusati di aver abusato dei soldi pubblici fossero li per caso, come se lei li conoscesse si, ma di vista, come se non fosse lei alla guida della coalizione di centrodestra della Regione più indebitata d’Italia e oggi infangata da una classe politica corrotta ed incapace che le ha fatto il miracolo di vincere le elezioni. La proposta della governatrice per uscire dal guado si basa sulla drastica riduzione delle spese: Taglio delle commissioni consiliari, degli assessori, delle auto blu e addio alle somme per i gruppi consiliari. Tutte proposte già presentate un anno fa dall’opposizione, ma volutamente ignorate, perché si sa la politica costa. Figuriamoci la bella vita a base di ostriche e champagne. Il terremoto in Regione era iniziato con l’avviso di garanzia inviato al rubicondo Fiorito. Accusato dalla magistratura per il reato di peculato, Fiorito, in qualità di presidente del gruppo Pdl, aveva accesso ai conti del partito e ne avrebbe abusato. Numerosi i suoi acquisti: una Smart da 16mila euro, una Bmw da 88mila, e molto altro ancora. Tanto che dal 2010 ad oggi, il gruppo Pdl alla Regione ha speso ben 5 milioni e 976mila euro. Soldi pubblici. Soldi dei cittadini.