Nettuno- Giacomo Menghini(PD) scrive al segretario Bersani su situazione politica regionale:” Occorre ricambio per tutelare il diritto di rappresentanza a territori e cittadini”

Giacomo Menghini - Segretario PD Nettuno

NETTUNO(RM). Il segretario PD di Nettuno Giacomo Menghini scrive al segretario nazionale Pier Luigi Bersani sulla situazione politica della regione Lazio, nella lettera chiede un maggior rispetto della rappresentanza dei territori come punto di partenza per dare maggiore ascolto alle istanze dei cittadini che risiedono a sud della capitale.

Di seguito il testo integrale.
 
“Al Segretario Nazionale del Partito Democratico
Pier Luigi Bersani
 
Caro Pier Luigi,
sono il segretario del PD di Nettuno, città in provincia di Roma amministrata da un sindaco del nostro Partito, dopo un buio periodo di gestione commissariale che ha fatto seguito all’ancor più drammatico scioglimento del Consiglio comunale per condizionamenti della criminalità organizzata.
            Conosco bene le vicende che hanno riguardato il gruppo PD del disciolto Consiglio Regionale del Lazio, in particolare sin dalla tornata elettorale del 2010. In diverse sedi ufficiali del Partito ho avuto modo di segnalare il fatto che la composizione stessa della lista della circoscrizione di Roma sembrasse più orientata a garantire la rielezione degli uscenti piuttosto che a mettere in gioco le migliori risorse dei territori. I risultati sembrano avermi dato ragione:
  • 11 dei 13 consiglieri regionali sono rieletti fra gli uscenti;
  • quasi metà dei candidati della lista del PD nella circoscrizione di Roma non ha raggiunto le mille preferenze;
  • 15 candidati su 41 hanno ottenuto meno di 200 preferenze, un risultato che non appare sicuramente all’altezza di un Partito che ha superato il 26%.
            Un mio amico di Nettuno, ex Margherita, senza particolari meriti e spese e con poco impegno, ha raccolto ben 153 voti di preferenza nella Lista Sgarbi (sic), più degli ultimi 15 candidati della lista del PD!
Un outsider come Cristiana Alicata, senza i “sei per tre” di pubblicità elettorale, ha raggiunto comunque un risultato interessante, oltre 3.000 preferenze, che dimostrano quanto sarebbe stato proficuo investire sulle risorse e sull’entusiasmo dei nostri quadri e sulla presenza nel territorio.
            Hanno invece prevalso le logiche delle correnti e dei ras locali, che puntavano a consolidare le proprie posizioni di potere e a pesare il loro ruolo all’interno del partito: “a guardarsi l‘ombelico”, per usare una tua felice metafora di un triste costume politico. Il risultato è che abbiamo perso le elezioni regionali del Lazio, persino in assenza della lista PDL a Roma. Non sarà stato solo questo il motivo, ma sono elementi che non possono essere rimossi dallo spazio di una riflessione politica, specie oggi che tu stesso ammetti l’errore di non aver ribaltato un tavolo regionale di fronte ad un abnorme aumento dei fondi per i gruppi.
            Non è giusto fare di ogni erba un fascio, ma non si può neanche continuare a chiudere occhi, orecchie, naso e bocca “per non farsi del male”, come dice Oriano Giovanelli nel suo interessante articolo sull’Unità del 24 settembre. Come giustamente sottolinea: “Rimane in me la convinzione che se un episodio diventa un fenomeno c’è dell’altro su cui indagare e chi ambisce a governare non deve temere i problemi ma chi li occulta.”
            Prima ancora che Berlusconi lanciasse la proposta di non ricandidare nessuno dei consiglieri uscenti, mi ero fatto promotore della stessa proposta twittando un commento a caldo, comunque frutto di una riflessione che, come ti ho detto, procede da almeno due anni ed è stata ampiamente condivisa nel Direttivo locale e nei pochi incontri che ho potuto seguire a livello provinciale. Auspico ora che siano gli stessi consiglieri uscenti a comunicare tale decisione. Sarebbe un chiaro segnale di discontinuità che troverebbe il consenso di tanti militanti, oltre che di tanti cittadini, che sono stanchi di una rappresentanza politica che, varcati i confini comunali, sembra godere di un diritto di tribuna inossidabile. Siamo stanchi di continuare una militanza politica fatta di passione e di sacrifici continui, anche economici, del disagio di conciliare con fatica il lavoro e la militanza, mentre continuano ad imperversare, troppo spesso immeritatamente, i professionisti della politica. Tante volte, noi che non facciamo la politica di mestiere e che sentiamo la responsabilità della presenza sul nostro territorio, ci vediamo tagliati fuori dal circuito del Partito, costretti a subire le decisioni dei “caminetti” degli addetti ai lavori.
Un sano ricambio negli incarichi contribuirebbe ad evitare posizioni di potere ormai incrostate, che costituiscono un terreno troppo fertile per la degenerazione della politica.
            Nettuno è una città di 50.000 abitanti. Con le altre città del litorale a sud di Roma (Anzio, Ardea, Pomezia) supera i 200.000 abitanti. E’ inquietante che negli ultimi Consigli regionali il centrosinistra prima e il PD ora non abbiano offerto anche solo la possibilità di eleggere in Regione un rappresentante dei nostri territori, mentre la limitrofa zona dei Castelli Romani vanta addirittura tre consiglieri al loro secondo mandato. E’ superfluo farti capire quanto questo incida sulla capacità di rappresentare le legittime istanze dei nostri cittadini.
            Abbiamo faticosamente strappato l’amministrazione comunale ad un centrodestra arrogante e compromesso con la criminalità organizzata, abbiamo rischiato di persona e, ti garantisco, non solo metaforicamente. Avevamo sinceramente sperato nell’attenzione del PD per il nostro comune che più volte io stesso, eletto nell’Assemblea Costituente del PD, avevo sollecitato. Risposte non ce ne sono state e, nonostante questo, ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo avviato un profondo risanamento dell’amministrazione comunale.
            Oggi ti dico che io e gli altri militanti del PD di Nettuno, che ho l’onore di rappresentare, non potremmo tollerare l’ennesimo sacrificio in favore di posizioni costituite e di nicchie di potere chiuse nel ristretto orizzonte della loro autoconservazione. Pretendiamo un inequivocabile cambio di direzione, una ferma applicazione del principio del limite ai mandati, un ricambio non per rottamare ma per valorizzare le esperienze e combattere le rendite di posizione, per garantire il legittimo diritto di rappresentanza ai cittadini e ai territori. Vogliamo essere al tuo fianco a testa alta, orgogliosi di un Partito che si impegna nel rinnovamento e nella rinascita del nostro Paese senza paura di mettersi in gioco. Solo così potremo allontanare i pericolosi fantasmi dell’antipolitica, preludio all’involuzione antidemocratica.
            Ho avuto una volta occasione di parlarti di persona, ho apprezzato la tua genuina cortesia e disponibilità nei confronti di sconosciuti militanti, e sono sicuro che saprai comprendere questo mio appassionato ma ragionato sfogo.
            Un fraterno abbraccio,
                                                                                              Giacomo Menghini”