Arrestato Giuseppe Saggese, personaggio conosciuto a Nettuno per la Nettuno Servizi ed Aprilia per L’Aser, società create appositamente per la riscossione dei tributi e che negli anni passati hanno portato sull’orlo del fallimento molti comuni. Con molta fatica e a seguito di una dura guerra giudiziaria le ammnistrazioni comunali di Nettuno e Aprilia sono riuscite ad avere la meglio sulle società gestite dalla famiglia Saggese, con la rescissione dei contratti. Centinaia di piccoli Comuni sparsi lungo la Penisola che hanno sofferto per il buco nel loro bilancio causato dalle società di riscossione. Tra questi ci sono con ammanchi mionari: Pomezia, Aprilia, Nettuno, Augusta, Bergamo, Fasano. “Tributi Italia” riusciva a prendersi direttamente o attraverso una società mista pubblico privata, di cui possiedeva il 49 per cento, il servizio della riscossione. Nei consigli di amministrazione, però, la maggioranza anadava ai privati così da assicurargli il governo della società. I quali riscuotevano va un aggio stratosferico: fino al 30 per cento di quanto incassato.
Secondo la Guardia di Finanza riscuoteva le tasse dei Comuni e poi le teneva per sé. L’amministratore di fatto della Tributi Italia spa, società concessionaria per la riscossione dei tributi in oltre 400 comuni, è stato arrestato dalla Guardia di Finanza, che ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal tribunale di Chiavari. Le accuse nei confronti di Giuseppe Saggese, 52 anni di Rapallo, sono peculato, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, omesso versamento di ritenute certificate e omesso versamento Iva. La società di consulenza, registrata come Tributi Italia spa, (società di Chiavari (che ha sede legale a Roma e che era già stata dichiarata fallita dal Tribunale di Roma) operava su oltre 400 Comuni in tutta la penisola. Si occupava su incarico del Comune della riscossione delle tasse locali (ICI, TOSAP, ecc). Ma, una volta incassate le somme (al netto di quanto le spettava per l’incarico ricevuto), anzichè riversarle nelle casse dei Comuni le tratteneva sui propri conti. Anche per questo – ha precisato la Guardia di Finanza – alcuni Comuni sono arrivati sull’orlo del dissesto finanziario. Il dominus della super frode Saggese dal 2006 al 2009 non solo ha riscosso tasse comunali in nome e per conto di 400 Comuni italiani, senza mai versarle ma dirottandole in altre società, ma ha anche licenziato gran parte dei suoi mille dipendenti, oppure ha messo altri in cassa integrazione. Nei suoi confronti sono stati accertati prelievi bancari anche di 10mila euro al giorno, in contanti. Quindi yacht, aerei privati, autovetture di lusso, soggiorni in località prestigiose, feste mondane. In tutto la società ha sottratto 100 milioni ai Comuni.
Claudio Pelagallo