I bambini che prendono l’insulina hanno diritto all’indennità di accompagnamento

“La Corte di Cassazione ha deciso che in caso di necessità di assunzione di insulina i bambini avranno diritto all’indennità di accompagnamento dell’Inps.
È una decisione importante perché cambia le regole rispetto a quanto fino ad oggi deciso dai tribunali ordinari. Era infatti giurisprudenza che i minori insulino dipendenti non avessero diritto all’accompagnamento, mentre, finalmente, con questa sentenza della Cassazione la decisione si ribalta. Infatti anche se la sentenza si riferisce ad un caso specifico, questa nuova interpretazione non potrà che applicarsi a tutti i bimbi che si trovano nella medesima situazione.
Le pagine della sentenza non lasciano infatti alcun dubbio sulla linea da seguire. L’indennità di accompagnamento diventa un diritto per i bambini che sin da piccoli sono affetti dal diabete e quindi sono insulino dipendenti e proprio perché minori, anche se riescono ad assumere il farmaco, non possono però avere piena coscienza del gesto che stanno compiendo.
Si tratta quindi di una motivazione strettamente tecnica, nel senso che anche se il bambino o la bambina conducono una vita normale, questo non fa venir meno il loro diritto a poter contare su un aiuto permanente per assumere l’insulina fino a quando non si renderanno conto della necessità dell’atto terapeutico, e quindi potranno provvedere da soli a iniettarsi la terapia.
Per la Cassazione quindi l’indennità di accompagnamento non è commisurata al numero degli elementari atti giornalieri, ma alla loro incidenza sulla salute del malato e sulla sua dignità come persona. Quindi, anche l’incapacità di compiere un solo genere di atti può attestare, per la rilevanza di questi ultimi e l’imprevedibilità del loro accadimento, la necessità di un’effettiva assistenza giornaliera.
Quindi, seguendo anche il buonsenso, se di mezzo c’è la vita di un bambino, va tenuta presente la sua capacità di intendere il significato, la portata, la necessità, l’importanza degli atti quotidiani dai quali dipende la salvaguardia della propria condizione psicofisica”.

Così in una nota Roberto Alicandri.