Proseguono le indagini per ricostruire il femminicidio della poliziotta a Roma, nel palazzo alla periferia est della Capitale, a Torraccia, vicino a San Basilio. Un uomo a volto coperto, che si è rivelato essere poi un collega della vittima, è entrato nell’edificio, si è appostato vicino all’ingresso e ha sparato contro la donna, uccidendola e togliendosi la vita qualche minuto più tardi a meno di 200 metri di distanza.
La vittima è Pierpaola Romano, 58 anni, originaria della provincia di Caserta, ispettore superiore all’Ispettorato della Camera dei deputati.
L’assassino è Massimiliano Carpineti assistente capo coordinatore, in servizio nello stesso ufficio. 49 anni nato Cori ma residente a Cisterna di Latina in una villetta con giardino nel comprensorio di via De Gasperi. Il padre e le due sorelle abitano a Cori.
Sembra che la vittima avesse interrotto la relazione con il Carpineti, aveva scoperto recentemente di avere un tumore al seno e doveva curarsi, da poco si era riavvicinata al marito. Decisione che il poliziotto non voleva accettare. Mistero sulla molla che ha spinto l’uomo, un poliziotto, a trasformarsi in uno spietato killer.
Fra le voci girate c’è anche quella che la donna avesse segnalato di recente, forse a qualche collega, di essere preoccupata per l’atteggiamento strano di Carpineti. Lei si era riavvicinata al marito, visto anche il momento delicato per la propria salute.
«Era un tipo simpatico e socievole con cui si stava bene insieme, era un po’ che non lo vedevo – dice un collega – ma so che ultimamente era entrato in depressione e che era assistito da uno psicologo».
Era depresso, lo seguiva uno psicologo ma continuava ad avere l’arma con la quale ha ucciso Pierpaola e poi si è ammazzato.