Pene più severe per chi, anche nel web, pubblica scritti e idee che si rifanno al fascismo.
Il Partito democratico ha presentato questa mattina nella Sala Berlinguer della Camera due proposte di legge per impedire di intitolare luoghi pubblici agli esponenti del partito fascista. Inoltre, si propone una pena più severa per la propaganda dell’ideologia fascista, con la reclusione fino a un anno e sei mesi, o una multa fino a 6mila euro. Le proposte di legge sono sostenute dall’Anpi, l’Associazione nazionale partigiani d’Italia, che ha collaborato all’elaborazione dei testi.
“Crediamo che sia importante ribadire che questo paese ha un atteggiamento molto netto, molto forte contro tutti i tentativi di riscrivere la storia e di legittimare una cultura fascista che non è mai stata sconfitta”. Così Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera
Sandro Ruotolo, responsabile Informazione, Cultura e memoria della segreteria nazionale del Pd, ha sostenuto l’importanza di «riattualizzare le leggi Scelba e Mancino», in particolare per quanto riguarda il web. La legge Mancino è stata emanata nel 1993 per contrastare i crimini d’odio. L’appello di Ruotolo è alla presidente Giorgia Meloni: «Cerca di presentarsi come moderata in Europa. Sostenga le nostre proposte di legge antifasciste. Lei da che parte sta?».
Le proposte presentate dal Pd e sono state sottoscritte dal gruppo Verdi-Sinistra. Hanno preso la parola, tra gli altri, il Presidente nazionale ANPI, Gianfranco Pagliarulo, il Vice Presidente nazionale Emilio Ricci, che ha contribuito alla stesura del testo delle proposte, e Giovanni Baldini, studioso dei neofascismi e collaboratore del periodico dell’ANPI.
Per le conclusioni è intervenuta la segretaria nazione del PD Elly Schlein che ha ribadito l’impegno del partito a combattere ogni riproposizione di ideologie violente e di morte come quella fascista: “questi sono passi importanti per fare i conti fino in fondo con la nostra storia- ha detto la segretaria -se non abbiamo memoria non possiamo costruire le basi per un paese migliore. Noi come Partito democratico ci opponiamo ad ogni riscrittura della nostra storia. È la nostra stessa Costituzione ad essere antifascista nata dall’incontro politico di culture diverse. Occorre chiarire che la costituzione non mette tutte le opinioni sullo stesso piano, un equivoco che ogni tanto torna nel dibattito, dov’è che incontra un limite la libertà di espressione? Quando si vuole esprimere un’opinione che opinione non è, perché quando è volta a negare il diritto all’esistenza di persone o di interi gruppi, allora non è un’opinione è un reato e bisogna avere il coraggio di dirlo”.