“Le ultime notizie su Acqualatina, con l’arresto e il rinvio a giudizio di alcuni dipendenti tra cui Vincenzo Capolei, che è anche figura politica locale come coordinatore di Forza Italia, accusato insieme agli altri di frode per irregolarità e allaccio abusivo, riportano ancora una volta a galla la pessima gestione dell’acqua un tempo pubblica oggi affare ghiotto per multinazionali ma anche per dipendenti infedeli, e sostanzioso bacino di voti.
A questo sommiamo le enormi perdite di acqua, la carenza di investimenti e le bollette tra le più alte d’Italia (tutti noi paghiamo in bolletta sia le dispersioni sia le morosità altrui, furti compresi)
Da sempre la Società, a maggioranza di capitale pubblico, anziché essere sotto il controllo dell’Assemblea dei Sindaci delle città che sono nell’ Egato 4 (i 32 Comuni della Provincia di Latina oltre Anzio e Nettuno ) è nelle mani di affaristi anche internazionali che sfruttano un bene primario che non producono, su cui non investono e da cui ricavano profitto, su infrastrutture che sono di proprietà pubblica.
Per quanto riguarda la nostra città, per 25 anni a guida centro destra, due soli sindaci si sono seduti nella Conferenza dei sindaci della Società, e mai hanno rappresentato gli interessi pubblici, spesso assenti o alzando distrattamente la mano su aumenti delle tariffe ingiustificati. A fronte delle richieste del socio privato di minoranza per vedersi remunerare le perdite (annullando quindi il rischio di impresa col solo onere dei cittadini), i sindaci non hanno mai eccepito nulla o sollevato la questione; identico atteggiamento è stato tenuto quando è stata formalizzata la cessione delle quote ad Italgas. Nessuno ha chiesto concrete garanzie sugli investimenti o su miglioramenti necessari ad una rete che fa acqua da tutte parti, commerciali, amministrativi e di controllo e prove ne sono gli eventi giudiziari.
Intanto il piano societario di PNRR che prevede grossi investimenti sulle infrastrutture rimane quasi completamente inattuato ( dal sito risultano in corso solo due fasi di appalto per la piattaforma digitale e rilievo reti idriche).
Questo nonostante un referendum nazionale dove gli italiani si sono chiaramente espressi per il ritorno alla gestione completamente pubblica dell’acqua, bene primario e non commerciabile.
Il silenzio di una certa politica ha permesso il mantenimento di uno status, lo ha favorito e se ne è ampiamente giovato in termini di consenso elettorale.
Il rapporto che è finora intercorso tra il centro destra di Anzio e Acqualatina ha prodotto solo danni e pacchetti di voti, la futura amministrazione di Anzio dovrà tenere conto del mercimonio perpetrato finora e essere vero garante dei cittadini nella gestione del bene primario”.
Il rappresentante del gruppo territoriale M5S Anzio
Marco Cesarini