Anzio, 80°dello Sbarco. “Il cacciatore di ricordi” mostra omaggio ad Harry Shindler

In occasione dell’ 80° anniversario dello Sbarco angloamericano del 22 gennaio 1944, il Centro di Ricerca e Documentazione dello Sbarco e della Battaglia di Anzio ha dedicato una mostra ad Harry Shinder il veterano britannico che a 23 anni prese parte all’ “Operazione Shingle” come geniere della Royal Electrical and Mechanical Engineers (REME), del battaglione degli Sherwood Foresters.
L’ iniziativa è patrocinata dalla Regione Lazio, dall’ Ambasciata britannica a Roma e dal Comune di Anzio. Inaugurazione il 19 gennaio alle ore 17 a Villa Sarsina, Anzio.
Harry Shindler è sempre stato legato ad Anzio – la città dove la sua vita di ragazzo era cambiata – e dove tornava spesso, senza mai mancare alle cerimonie per l’anniversario dello Sbarco. Era anche socio onorario del Museo dello Sbarco.
Dopo la sua scomparsa nel 2023, a 102 anni, suo figlio Maurizio e la famiglia hanno donato al Museo dello Sbarco di Anzio parte del suo Archivio costituito da centinaia di documenti di una corrispondenza con governi e parlamentari italiani, britannici, europei, ambasciate, associazioni di ex combattenti, Anpi, l’associazione dei partigiani italiani, famiglie di dispersi.
La Mostra presenta solo alcuni materiali dell’Archivio, su vari argomenti. Inoltre è corredata di filmati con interviste a Shindler che ha sempre voluto incontrare gli studenti, ad Anzio e in varie scuole italiane, per tenere viva la memoria e parlare del valore della pace.
Come presidente in Italia della “Italy Star association 1943 – 45” per tutta la vita si è dedicato ad aiutare famiglie di militari mai dispersi che cercavano ancora notizie dei familiari. Per questo è stato definito “il cacciatore di ricordi”.
Lo ha fatto ad esempio con il bassista del gruppo rock Pink Floyd, Rogers Wayers, il cui padre sbarcato ad Anzio, risulta disperso nella battaglia del Fosso della Moletta ad Aprilia, vicenda ricostruita da Shindler.
O con Carlo Samà, di Anzio, che ha aiutato a rintracciare la famiglia inglese presso cui aveva lavorato il padre Amelio, militare italiano prigioniero in Inghilterra per 5 anni.
Molte di tali storie si possono leggere nel libro di Shindler “La mia guerra non è finita: storia del soldato inglese che da’ pace alla memoria” scritto con il giornalista Marco Patucchi, poi pubblicato anche nel Regno Unito. Alcune sono illustrate nella Mostra.
Contrario alla Brexit, l’ultima battaglia, vinta, di Shindler è stata quella di far approvare una legge dal parlamento UK per restituire il diritto di voto ai britannici residenti all’estero da oltre 15 anni.
Nel 2014 è stato insignito dalla regina Elisabetta II dell’onorificenza dello MBE, Membro dell’Ordine dell’Impero Britannico e il quotidiano Guardian nel 2015 lo ha inserito fra i 50 britannici dell’anno.
A circa un anno dalla scomparsa di Harry Shindler proponiamo un piccolo “quadro” sulla sua costante attività per tenere viva l’attenzione – soprattutto dei giovani – sull’importanza della pace e della democrazia oltre che sui diritti e doveri civili.

La mostra sarà visitabile, con ingresso libero, fino al 28 gennaio 2024, secondo i seguenti orari:

dal lunedì al venerdì 8.00-19.00
il sabato e la domenica 9.30-13.00/15.30-18.30