di Claudio Pelagallo
Hanno bloccato la Cristoforo Colombo i lavoratori del comparto sanità che da questa mattina stanno presidiando la Regione Lazio.
Cittadini, lavoratori, imprese, sindacati e associazioni insieme per salvare la sanità e il lavoro. Manifestano, davanti alla Regione Lazio per la tutela della salute, per non licenziare i precari, per non chiudere i servizi. Con questo slogan migliaia di persone hanno letteralarmente circondato il palazzo della regione. Tante le bandire in piazza delle sigle sindacali, delle categorie di GGIL, CISL UIL e dei sindacati autonomi. Gli striscioni in piazza sottolineano la gravità della situazione: “1880 grida: aiutateci a salvare l’ospedale San Carlo e l’IDI“, “Tagli sulla sanità ma prima o poi de dovrai ammalà” quello dei lavoratori del CTO di Garbatella, “La salute è un diritto” dell’Ospedale San Valentino, “Salviamo il servizio sanitario nazionale” recita lo scriscione dell’AIOP, “Lavoratori precari =assistenza precaria” del Policlinico Di Liegro. Tutti contro i tagli lineari di una regione che, guidata da Renata Polverni e dal centrodestra, ha portato al collasso la sanità laziale con la chisura prima di decine di ospedali in tutte le provincie ora con la paventata chiusura dei più grandi ospedali romani, pubblici e privati. In palese violazione del diritto costituzionale alla tutela della salute dei cittadini.
Dopo anni di interventi comunque inefficaci, perché privi di un disegno di riassetto razionale, il Sistema Sanitario Regionale, in tutte le sue componenti sia pubbliche che private, è al collasso ed i Livelli Essenziali di Assistenza sono a rischio. Oggi, per un non meglio specificato e definito obiettivo di rientro dal debito, si predispongono nuovi e pesanti “tagli lineari” sia in area pubblica che privata, e contestuali vere e proprie dismissioni di parti del sistema, invano denunciati da più parti, che non risaneranno la Sanità, ma la porteranno al definitivo collasso.