E’ arrivata la primavera. Una primavera di speranza, di colori, di sorrisi, di abbracci. In 100 mila per le strade di Roma hanno voluto ricordare chi e’ morto per mano della criminalita’ organizzata. Centomila voci che chiedere verità e giustizia.Uno striscione “ “Roma citta’ libera” ha aperto il lungo corteo colorarato in occasione della XXIX Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo di tutte le vittime innocenti di mafia. Alla testa del corteo, i familiari sono raccolti in un cerchio formato da diversi scout che si tengono per mano. Le casse suono il brano “A bocca chiusa” di Daniele Silvestri .
“Vogliamo un’Italia libera dalle mafie, dalla corruzione e dell’ingiustizia. Libera di parlare di pace, di curare chi sta male e di accogliere chi arriva da lontano. Un paese libero e cittadini liberi perché responsabili ” dichiara Luigi Ciotti abbracciato, salutato durante il tragitto da studentesse e studenti di elementari, medie, liceo e università, amministratori, sindacati, sacerdoti.
“Fare memoria vuol dire impegnarsi non una giornata, ma ricordare i nomi di tutti quanti, con la stessa dignita’ e con la stessa forza. Dobbiamo raccogliere e custodire le memorie di queste nomi, di questi volti e sentirli qui dentro, sentire rinascere quelle memorie finite nell’oblio e trasformarle in pungolo, responsabilità. E’ importante impegnarsi tutti i giorni. Bisogna fare un lavoro nelle scuole, nelle universita’ e nei territori. Non dobbiamo dimenticarci che le mafie sono forti, anche piu’ di prima. Sparano di meno ma ci sono. E lanciano un messaggio alla politica. “Alcuni provvedimenti- conclude Ciotti- ci pongono domande, interrogativi. Bisogna evitare di demolire dei pilastri, dei meccanismi che in questi anni hanno dimostrato di essere efficaci nel contrasto alla criminalità, alla corruzione, all’illegalità. Vedo che alcuni provvedimenti viaggiano un pochettino nella direzione opposta”