Anzio. Negata la piazza per i festeggiamenti del 1° maggio, la Rete per la pace: “Mancanza di democrazia”

Non ha trovato finora alcuna spiegazione logica, – secondo gli organizzatori- la mancata risposta della Commissione straordinaria in merito alla concessione di una piazza ad Anzio per festeggiare la ricorrenza del 1° maggio, richiesta che, era stata avanzata dalla “Rete Civica per la pace e il disarmo di Anzio e Nettuno“. All’iniziativa avevano aderito anche una decina tra associazioni e partiti. Un atteggiamento che è stato stigmatizzato ieri con un volantinaggio svoltosi a piazza Garibaldi.

Gli organizzatori che avevano anche preventivamente avvisato il Commissariato di Anzio dell’evento, visto il maltempo, sono stati costretti a ripiegare in posto al chiuso. Così, nella sede di Legambiente, gli intervenuti hanno potuto confrontarsi su pace e disarmo con i due ospiti: l’ex senatore Giovanni Russo Spena ed Ali Rashid ex parlamentare europeo.

Questo il testo del volantino

“Lavoratori e lavoratrici contro la guerra – la Rete Civica per la pace e il disarmo di Anzio e Nettuno per
la pace e il diritto a manifestare

“Ci troviamo qui oggi, 1° maggio 2024, in forme e modi diversi da quelli che volevamo, ma ci siamo.
Purtroppo, questo appuntamento è stato ostacolato al punto che al momento in cui scriviamo (ore 20:00 del 29
aprile) non abbiamo ancora ricevuto nessuna comunicazione della struttura Commissariale del Comune di
Anzio sulla concessione o sul diniego del suolo di piazza Garibaldi, rendendoci impossibile una adeguata promozione dell’evento, ed una manifestazione articolata, con più interventi qualificanti, e più postazioni ospitanti materiali e testimonianze di quanto sta accadendo.
Di fatto negandoci la fruibilità di una Pubblica Piazza luogo di incontro della Città, ci è stato limitato il nostro diritto alla manifestazione ed alla diffusione delle nostre idee sulla pace e su il disarmo.
Rimaniamo interdetti e preoccupati, perché accade in una città commissariata per infiltrazione della criminalità
organizzata, quando è risaputo che la prima indicazione per la sottrazione del tessuto sociale alla penetrazione
mafiosa è l’incoraggiamento della partecipazione democratica dei cittadini.
Vigilare su atti amministrativi è doveroso e legittimo, ma nessuno deve mai dimenticare che abbiamo una
Costituzione che rende illegittima ogni sospensione della democrazia e che pretendiamo venga rispettata, al
punto che saremo a proporre ad associazioni e partiti del territorio di farci tutti insieme portatori di quelle istanze
di democrazia che nella loro mancanza hanno determinato il degrado della nostra Città.
Quel che ci spinge oggi nuovamente in piazza sono i sentimenti di paura e di angoscia per una guerra che
iniziata a pezzi sta divenendo globale, facendoci riflettere su quanto sbagliavamo nel pensare che dopo il 1945
la guerra fosse stata bandita dall’Europa, e su quanto abbiamo sbagliato poi nel sottovalutare le devastanti
guerre nella ex Jugoslavia.
Ancora una volta la storia ci sta riproponendo , come già prima della grande guerra, una crisi complessiva di
un capitalismo globale incapace a trovare soluzioni se non nelle armi. Allora si trattava della fine degli imperi
coloniali, ed oggi dell’egemonia americana sul mondo post fine dell’URSS.
In pochi anni abbiamo visto i tragici e fallimentari interventi in Afghanistan, Irak, Siria, Libia, mentre altre
economie ed altre potenze emergevano e chiedevano multilateralismo. Oggi non possiamo non vedere il filo che lega il conflitto in Ucraina con i massacri in corso a Gaza, come non possiamo non vedere le scelte militariste che anche nell’Unione Europea si stanno materializzando con economie di guerra che puntano a cancellare ogni residua forma di stato sociale, e che non si fanno scrupolo di attaccare le stesse peraltro, difettose forme delle nostre democrazie, facendo un tutt’uno di Guerra, crescita delle diseguaglianze, manganelli e censure”.