“Non si possono mettere sullo stesso piano Almirante e Pertini né tantomeno carnefici e vittime. Non stanno insieme nella storia di questo Paese Berlinguer e Fini e non si può far finta che la Meloni fosse a favore della svolta di Fiuggi.
È con grande sorpresa e disappunto che il 25 aprile, abbiamo ascoltato le parole del
Sindaco Petrini, che per la prima volta ha fatto un’inversione ad U sulla Liberazione.
Abbiamo apprezzato in diverse occasioni i suoi interventi, in questo 25 aprile 2024 alle porte dell’80° Anniversario della Liberazione del centro Italia, invece no.
Petrini ha diviso in due parti il suo intervento. Il primo equilibrato e capace di parlare di fascismo e resistenza, il secondo imperniato sulla divisione degli italiani sulla Festa di Liberazione in un contorto ragionamento intorno al concetto di pacificazione.
Abbiamo letto tra le righe che i divisivi sono quelli che stavano (e stanno) dalla parte giusta, ed hanno combattuto per la Liberazione scegliendo tra civiltà e barbarie, e non quelli che continuano a parlare del 25 aprile come un giorno di lutto da non festeggiare.
Per il Sindaco le responsabilità della divisione sono bipartisan. Crimini fascisti e antifascisti?
La storia racconta fatti sporadici ed isolati di violenza di antifascisti non inquadrabili nella grandezza del movimento della Resistenza. L’Italia non ha fatto mai i conti con la propria storia, perché se così fosse il 25 Aprile sarebbe davvero la festa di tutti.
La storia ribadiamo è una, ed ha dato un giudizio netto e definitivo sul fascismo e la
Resistenza, ma è un giudizio che una minoranza degli italiani non accetta.
Sono concordi gli storici che in questo Paese si raccontano i fatti, poi bisogna
rispondere a tutte le mistificazioni degli stessi.
Il Ministro Lollobrigida (perfetto esempio di chi non si dice, e non è, antifascista) è intervenuto con un discorso vuoto sotto ogni punto di vista che non vale la pena citare. L’ANPI non dimentica il suo apporto decisivo per la costruzione del mausoleo al più grande criminale di guerra fascista, Rodolfo Graziani e il suo encomio espresso definendolo “un orgoglio del nostro territorio”.
Il 25 aprile è divisivo?
Lo è per chi guarda ancora al fascismo e a metodi fascisti in questo Paese, con l’intento di riscrivere parti fondamentali della nostra carta costituzionale.
La costituzione anti fascista è figlia della lotta partigiana e della Resistenza e come ha ricordato il presidente Mattarella: L’antifascismo è un dovere”.
ANPI Subiaco Sezione Giulio Valente Il 25 Aprile 2024