Lazio- Arsenico nell’acqua, SEL: “I cittadini pagano inerzia di regione e enti gestori”

E’ assolutamente scandaloso quello che sta avvenendo nel Lazio con l’arsenico. Occorre la riduzione delle esose tariffe applicate per un’acqua che non è semplicemente non potabile ma pericolosa per la salute pubblica.

“E’ assolutamente scandaloso quello che sta avvenendo nel Lazio sulle concentrazioni di arsenico nell’acqua. Centinaia di migliaia di cittadini, privati di un bene primario subiscono i danni causati dall’inerzia della Regione Lazio e dei gestori del servizio Idrico”. Lo dichiara in una nota Claudio Pelagallo, della segreteria regionale di Sinistra Ecologia Libertà del Lazio. “La Regione Lazio guidata dal centrodestra della Polverini, che ha ricoperto l’incarico di commissario straordinario per l’emergenza arsenico, è stata l’unica regione che non riuscita a ripristinare i valori entro la soglia consentita per legge e alla data del 31 dicembre 2012 – spiega Pelagallo – Dal primo gennaio sono decine i Comuni, centinaia di migliaia i cittadini coinvolti, che nelle provincie di Viterbo, Roma e Latina stanno subendo notevoli disagi non potendo utilizzare l’acqua per bere”. “Spesso i sindaci non se la sentono di schierarsi contro i gestori idrici,  non emettendo le ordinanze che vietano l’utilizzo dell’acqua”.  “Gli enti gestori dell’acqua: Acea, Talete, Acqualatina, oltre alla Regione Lazio, hanno sottovalutato l’opportunità della deroga concessa dall’Unione Europea per la realizzazione dei lavori di potabilizzazione – aggiunge Pelagallo – Non avviando subito le gare per i dearsenificatori e non prendendo minimamente in considerazione l’ipotesi di riduzione delle esose tariffe applicate per un’acqua che non è semplicemente non potabile ma addirittura pericolosa per la salute pubblica”. “Siamo certi – Conclude Pelagallo – che una volta insediata la nuova amministrazione regionale guidata da Zingaretti, impegno prioritario sarà quello di in un efficace piano di emergenza per garantire ai cittadini del Lazio il diritto inalienabile all’acqua potabile”.