Sono stati più di un centinaio i treni cancellati totalmente ieri a causa di un «guasto tecnico» (provocato nella notte da un intervento sulla linea di una ditta privata), che si è verificato sul tratto di Roma, e ha coinvolto non solo le stazioni Termini e Tiburtina ma che ha avuto ripercussioni su tutto il territorio nazionale, con centinaia di migliaia di passeggeri
Ma, non è un evento straordinario, guasti e interruzioni e ritardi sono all’ordine del giorno sui treni regionali, quelli dei pendolari che per lavoro, studio o motivi di salute, sono costretti ad intraprendere dei veri viaggi della speranza, dove si parte ma non si sa se si arriva, oppure in alternativa non si parte e quindi non si arriva. “Ogni giorno è un terno al lotto” dice disperata una impiegata che lavora nella capitale e che vorrebbe tornare a casa. Decine di migliaia di persone tenute in ostaggio: Calo di tensione, frana sui binari, guasto tecnico al treno, le informazioni che vengono date col contagocce ai viaggiatori.
In tutto questo il ministro dei trasporti Matteo Salvini, che tutto fa meno che interessarsi dello stato in cui versa il trasporto pubblico in Italia, invece di assumersi la responsabilità, ieri l’ha scaricata su un operaio di una ditta esterna che avrebbe piantato un chiodo su di un cavo elettrico. “Ragazzi – ha detto il vicepremier leghista – allora voglio nome, cognome e codice di fiscale di chi ha rovinato la giornata a migliaia di italiani che da Nord a Sud erano fermi”. Facile no? Scaricare le responsabilità di un disastro nazionale sull’ultima ruota del carro. No sui manager nominati dalla politica, non alla privatizzazione della manutenzione, non agli appalti affidati al massimo ribasso con sub sub appalti.
Siamo seri, e diciamo le cose come stanno: Salvini non è adatto a fare il ministro. Non lo è stato da ministro dell’interno e non lo è da ministro dei trasporti.
L’autorità Garante
Nella sua ultima Relazione al Parlamento del 18 settembre 2024, l’Autorità Garante dei trasporti fornisce un dato eloquente: «Ogni anno si contano circa 10.000 interruzioni di linea » che colpiscono i viaggi delle persone e anche delle merci, molto importanti per l’economia del Paese. Diecimila in un anno vuol dire che, ogni giorno, ci sono oltre 27 interruzioni di linea in Italia. La rete ferroviaria, dunque, ha la febbre alta, e da tempo. E questa febbre non è affatto stabile nel tempo, come il numero secco delle interruzioni annue (10.000) farebbe pensare. Al contrario, si sta aggravando”.
Per i trasporti e i pendolari dopo un’estate di disagi , l’autunno è iniziato peggio.