‘Ndragheta, Processo Propaggine, il giorno dei collaboratori di giustizia

Criminalità organizzata. Nell’aula bunker di Rebibbia si ricostruisce la nascita della prima locale di ‘Ndrangheta di Roma. Per farlo il pubblico ministero della direzione distrettuale antimafia Giovanni Musarò ha chiamato a testimoniare alcuni collaboratori di giustizia che negli anni hanno svelato i meccanismi della colonizzazione nelle ‘ndrine fuori dalla Calabria. Parla per primo Antonino Belnome, 52 anni, pentito dal 2010-2011, dopo una scalata nelle cosche al Nord, in Lombardia, segnata anche da un omicidio illustre. Belnome spiega cosa sono le doti di ‘ndrangheta, i gradi che qualificano il ruolo e la carica all’interno dell’organizzazione mafiosa. Il pubblico ministero gli chiede quali fossero le sue conoscenze sulla penetrazione della ‘ndrangheta nel Lazio. Parliamo degli anni tra il 2006 e il 2007. Un esame analitico quello del pm che punta a dimostrare – attraverso le parole di Belnome – come la nascita della prima locale di ‘ndrangheta nella capitale avvenga in tempi recenti. Lo spartiacque secondo la Direzione Distrettuale Antimafia è il 2015 perché sancisce l’ascesa dei boss Antonio Carzo e Vincenzo Alvaro, che ricevono il mandato di creare la struttura romana. Emblematica un’intercettazione: uno degli affiliati rivolgendosi a Carzo gli dice “sei come il Papa Sei arrivato a Roma, al centro di Roma e hai aperto un bel locale”.