Un corteo come non se ne vedeva da tempo. Numeri che dicono che nel paese sta crescendo l’opposizione al governo della destra. “Siamo centomila “, dicono gli organizzatori quando la manifestazione riempie piazza del Popolo. La manifestazione era partita da piazzale del Verano, dietro lo striscione: “A pieno regime contro il ddl paura”. La manifestazione è stata convocata da un’ampia coalizione di circa 200 sigle. All’arrivo di Piazza del Popolo il camion di testa ha rotto simbolicamente una grande catena di cartone apposta dagli attivisti: “Vogliamo liberarci dal governo e dalle sue leggi liberticide”. “Arrestateci tutti”, si legge. “Si scrive sicurezza si legge repressione”, si legge ancora. “Una sicurezza da paura”. Fra cori e striscioni, il corteo contro il “decreto paura” del governo meloni.
Nel corso della manifestazione non sono mancati gli interventi “Vogliamo difendere la nostra democrazia, già debole e in crisi, da un progetto governativo che ci porta vicini a modelli autoritari – dichiarano i presenti – Questo ddl è un attacco ai diritti. Siamo qui per la casa, per i morti in mare, per i morti a Gaza, per chi è a rischio povertà. Ma siamo qui anche per tutti coloro che non hanno capito la gravità di questo ddl”. “Il ddl Sicurezza sta provando a limitare ogni tipo di insorgenza sociale o di attività sociale. Questa manifestazione è il risultato di tre mesi di lavoro su tutta la rete nazionale, con l’adesione di più di 250 realtà. La motivazione per cui siamo qui oggi è dimostrare che questa cosa sta crescendo, così come cresce il livello di repressione. La nostra sicurezza è stare qui oggi per impedire che questo ddl diventi legge”.
Indetto dalla rete “A pieno regime”, al corteo conclusosi a piazza del Popolo hanno aderito Cgil, Anpi, Arci, Avs, Pd, PRC, M5s, le realtà dei Centri sociali da tutta Italia, movimenti per i migranti, come la rete No Cpr, i movimenti per la Casa, la Rete Nobavaglio, gli ambientalisti, gli antiproibizionisti, compresa la filiera produttiva della cannabis light, Libera dalle mafie, le realtà Lgbt+, la rete Disability pride, reti civiche, i collettivi universitari e sindacati e associazioni studentesche medie e universitarie.