Uno spettacolo triste e poco edificante quelle delle affissioni selvagge, sporcano e deturpano l’ambiente. La campagna elettorale e agli sgoccioli, la propaganda procede fino all’ultima battuta senza esclusioni di colpi, i manifesti si attaccano ovunque: basta una superficie piana di grandezza sufficiente ad ospitare il faccione sorridente del candidato di turno. Per gli imbrattatori vanno bene, quindi, anche: bandoni, muri di cinta, cassonetti e cabine telefoniche. Chi si presenta agli elettori già violando le norme che regolano le affissioni elettorali mostra noncuranza e forse disprezzo per gli spazi collettivi, beni comuni come, decoro urbano e paesaggio. Non è che manchino gli spazi dove affiggere i manifesti, molti i tabelloni appositamente dedicati dai comuni alle affissioni elettorali. Ma questo non importa a chi vuol farsi vedere a tutti i costi e paga squadre di attacchini che incartano tutto, imponendo a forza facce e simboli nei posti più improbabili. Tra i più imbrattatori, di questa campagna elettorale spiccano, in ordine decrescente : Al Primo posto il PDL Berlusconi , poi a seguire, Fratelli D’Italia, Lista Bongiorno UDC FLI, Con Monti per L’Italia, Casapound, La Destra Storace, Rivoluzione Civile Ingroia, UDC Casini, PSI, PD. Fuori dagli spazi consentiti non si trovano: quelli del M5S che fa campagna elettorale solo sul web, quelli di SEL con Vendola i cui candidati, al momento della candidatura, hanno firmato un codice etico che impone tra l’altro il divieto di affiggere manifesti fuori dagli spazi consenti.
Imbrattatori, alcune immagine scattate sul litorale