La quotidianità responsabile è l’atteggiamento utile a recuperare significato alla politica e all’impegno per la collettività. In sostanza, votate per chi vi pare, ma andate a votare.
Una prima occasione di verifica di un agire politicamente responsabile la vivremo questa domenica e lunedì 23 e 24 febbraio, quando le elettrici e gli elettori italiani saranno chiamati ad esprimersi per il rinnovo della Camera dei Deputati, del Senato della Repubblica e dei governi regionali.
Ancora una volta non mi convincono gli astensionisti. Anzitutto, è proprio la delicatissima situazione nazionale che dovrebbe piuttosto indurre ad impegnarsi, anziché ad estraniarsi rispetto al ruolo istituzionale, che compete ad ogni elettrice e ad ogni elettore. Se non ragionassimo così, anche questa estrema, benché rara forma di partecipazione, diventerebbe elemento di quella insana modalità di confronto politico, che è soltanto scontro e mai riflessione, mai decisione.
Ad oramai poche ore dal voto, non sento il diritto di esprimere giudizi sulla situazione politica italiana, proprio per il rispetto che nutro per la libera scelta e per il voto popolare, nel quale e attraverso il quale emerge chiaramente la libera volontà delle persone ad esprimere il prossimo governo.
Quello che sento di dover sottoporre all’attenzione dei lettori è questo: votare è un diritto, ma anche un dovere civico, quindi andate a votare. Votate per chi volete, esprimete il vostro consenso a chiunque vogliate, ma votate. Non lasciate agli altri il potere di decidere per voi, perché solo chi si recherà al seggio elettorale deciderà, che lo vogliate o no, anche per voi.