La Rete NoBavaglio chiede la revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini ad Anzio e Nettuno
La Rete NoBavaglio esprime profonda preoccupazione e indignazione per l’evento svoltosi il 3 maggio a Nettuno, dove, sotto il pretesto di commemorare Sergio Ramelli, è stato diffuso lo slogan “Mai più antifascismi”. Un messaggio che rappresenta un attacco frontale ai valori fondanti della Costituzione italiana e un oltraggio alla memoria storica di due città — Nettuno e Anzio — decorate con la medaglia d’argento al valore civile per il loro sacrificio durante la Seconda guerra mondiale.
A Nettuno, i muri del centro storico portano ancora i segni delle fucilazioni naziste. Durante l’occupazione tedesca, cittadini innocenti furono rastrellati, deportati, uccisi. La memoria della Resistenza e delle sofferenze delle popolazioni locali non può essere infangata da chi oggi tenta di riscrivere la storia, negando il valore dell’antifascismo, che non è una fase politica, ma la radice stessa della nostra Repubblica.
Alla luce di quanto accaduto, la Rete NoBavaglio rilancia una richiesta pubblica e formale — già avanzata da anni dall’ANPI di Anzio-Nettuno e rimasta inascoltata:
la revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, conferita nel 1924 e ancora oggi formalmente in vigore ad Anzio e Nettuno.
È tempo che queste città, simboli della Resistenza, compiano un atto di coerenza storica e morale, seguendo l’esempio di decine di altri Comuni italiani che hanno già provveduto a revocare tale onorificenza indegna.
L’antifascismo non è un’opinione politica: è il presupposto giuridico, etico e civile della nostra convivenza democratica. Difenderlo oggi, davanti a rigurgiti revisionisti e tentativi di intimidazione, non è solo un dovere storico: è un’urgenza civile.
Rete NoBavaglio