La Rete #NoBavaglio condanna con la massima fermezza la nuova strage di giornalisti compiuta oggi dall’esercito israeliano, in quella che non è più da tempo una guerra, ma un massacro indiscriminato, senza onore e senza senso. L’ennesimo, inaccettabile crimine di guerra.
Vogliamo ricordare i loro nomi: Hossam al-Masri, cameraman dell’agenzia Reuters; Mohammed Salama, fotoreporter di Al Jazeera; Moaz Abu Taha, reporter dell’emittente statunitense NBC; Maryam Abu Deqa, freelance che collaborava con Independent Arabic e Associated Press; e Ahmed Abu Aziz, deceduto in seguito alle ferite riportate. Con loro, il bilancio delle vittime tra i giornalisti sale a 245 dall’inizio dell’assalto a Gaza. Stavano documentando un nuovo attacco all’ospedale Nasser di Khan Younis quando sono stati colpiti dal fuoco israeliano, che non ha risparmiato nemmeno i soccorsi. Il bilancio è gravissimo: almeno venti civili uccisi, tra cui i nostri colleghi, e decine di feriti.
Il governo israeliano sta cercando di eliminare sistematicamente le voci dei giornalisti che da due anni testimoniano i crimini dell’esercito e il genocidio della popolazione palestinese, portato avanti con le armi e con la fame, nel silenzio complice della comunità internazionale e dei governi europei, che finora non hanno imposto nemmeno una sanzione. Tutto ciò non è più ammissibile.
Chiediamo agli Stati e alle organizzazioni che intrattengono rapporti con Israele di reagire, difendendo il diritto internazionale, la vita dei nostri colleghi e isolando uno Stato che ha fatto dell’omicidio dei giornalisti una routine di sangue. Le parole non bastano più. Servono azioni.
La Rete #NoBavaglio si unisce alle organizzazioni internazionali dei giornalisti nel chiedere, ancora una volta, l’apertura di un’inchiesta indipendente per crimini di guerra.
