“Vedo con favore questo Consiglio sulla legalità alla quale non ho voluto mancare, nonostante avessi degli impegni di lavoro, la legalità è un tema importante, nella scorsa amministrazione avevamo organizzato un tavolo per la legalità che forse dovremmo riproporre” (NDR la giunta di cui parla è quella di Vittorio Marzoli il cui consiglio è stato sciolto per infiltrazioni della criminalità). Queste le parole pronunciate dal consigliere comunale Anna Ferrazzano, lo scorzo giovedì 7 marzo, durante il Consiglio straordinario che discuteva dei temi della legalità. In quelle ore la Procura della Repubblica di Velletri firmava i mandati di arresto per lei, e altre tre persone. Per l’attività di Dirigente all’Urbanistica del Comune di Pomezia. La Ferrazzano, esponente dell’API di Rutelli, prima era stata PDL, poi transitata nel PD, è anche presidente della Commissione Urbanistica a Nettuno. Un incarico delicato, di grande responsabilità, di grande peso, visto che da li passano tutte le scelte urbanistiche della città di Nettuno.
Intanto emergono i particolari dell’inchiesta che hanno portato ai quattro arresti di Pomezia: di Anna Ferrazzano, al centro già di un’altra inchiesta nel 2011 – della sua segretaria e di due architetti di uno studio tecnico, tutti indagati per soppressione e occultamento di atti veri e falsità ideologica. Una cricca, secondo le indagini, dedita a falsificare le deliberazioni che, successivamente ratificate dal consiglio comunale, hanno portato all’approvazione di una colata di cemento di 10 mila metri cubi di edilizia privata in aggiunta rispetto a quella prevista. Come hanno spiegato i carabinieri di Pomezia in una nota ufficiale: «Grazie agli elementi acquisiti con intercettazioni telefoniche, perquisizioni e sequestri eseguiti negli studi professionali e nella sede del comune di Pomezia, è stato accertato che i personaggi coinvolti avevano prodotto una falsa proposta di deliberazione avente ad oggetto un piano particolareggiato esecutivo (Ppe) in variante al piano regolatore generale (Prg) “Pomezia Centro”, che è stato sostituito a quello originariamente redatto. Tutto ciò prima che il consiglio comunale potesse deliberare, in modo che fosse approvato il testo sostituito e non quello originale». «Per effetto dell’illecita sostituzione, il consiglio comunale ha approvato una versione che consentiva nel Piano particolareggiato esecutivo l’edificabilità di circa 10mila metri cubi di volumetria residenziale privata aggiuntivi a quelli previsti dalla versione originale. Gli stessi autori, poi, hanno soppresso l’atto pubblico costituito dalla proposta originale di deliberazione del Ppe in variante di Prg ‘Pomezia Centro’. A seguito dei provvedimenti emessi dal Gip del Tribunale di Velletri, il dirigente del Comune di Pomezia e il titolare dello studio di architettura sono stati posti agli arresti domiciliari nelle rispettive abitazioni mentre le loro collaboratrici sono stati sottoposte al regime dell’obbligo di dimora nel comune di residenza».