giovedì, 25 Settembre , 2025
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I dipendenti Farnesina a Tajani:” Ministro le chiediamo di non renderci complici dello sterminio del popolo palestinese”

“L’Italia non può più mantenere un atteggiamento attendista”

Sul “massacro in corso” in Medio Oriente “l’Italia non può” più “mantenere un atteggiamento attendista senza compromettere la coerenza della propria azione esterna con il diritto internazionale e i principi della nostra Costituzione”. E’ quanto si legge in una lettera al ministro degli Esteri Antonio Tajani firmata da oltre 500 tra funzionari e dipendenti della Farnesina, di ruolo e contrattisti, di tutti i profili.I firmatari, si legge ancora nella lettera, ritengono “doveroso” rappresentare al titolare della Farnesina “il profondo disagio etico e professionale che deriva dal dover assicurare, anche indirettamente, compiti e funzioni collegati ad attività cui partecipino autorità o entità israeliane direttamente coinvolte nello sterminio della popolazione civile palestinese. Tali adempimenti, pur svolti con disciplina e onore, appaiono in contrasto con i nostri principi e con gli obblighi di tutela del Diritto Internazionale Umanitario, rischiando di tradursi, di fatto, in una forma di concorso o avallo, e dunque di complicità, al massacro in corso. Per questo riteniamo necessario un indirizzo politico tale da consentire all’Amministrazione e ai suoi dipendenti di operare in piena coerenza con la Costituzione, con gli impegni internazionali assunti dallo Stato e con l’etica del servizio pubblico”. Per questo i firmatari chiedono che il Maeci “proponga, ed il Governo adotti con urgenza” il “sostegno alla sospensione dell’Accordo di associazione Ue-Israele, il riconoscimento dello Stato di Palestina in coerenza con le iniziative già avviate da altri Paesi europei, una diffida formale al Governo israeliano dall’intraprendere azioni offensive nei confronti degli equipaggi della Global Sumud Flotilla, il sostegno a sanzioni mirate contro esponenti governativi responsabili di crimini di guerra e crimini contro l’umanità, l’attivazione delle Istituzioni italiane a tutela della nostra connazionale Francesca Albanese, Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sui Territori Palestinesi Occupati, recentemente colpita da sanzioni statunitensi, lo stop alle esportazioni, transito e intermediazione di materiali d’armamento e componentistica con destinazione Israele, pieno supporto all’operato della Corte Penale Internazionale, con specifico riferimento al mandato d’arresto emesso nei confronti del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu e dell’ex Ministro della difesa Yoav Gallant”.

“Onorevole Ministro – proseguono i firmatari, il cui numero, a quanto si apprende, è in continua crescita -, pur riconoscendo le iniziative volte a portare sollievo alla popolazione di Gaza, come le evacuazioni messe in campo dall’Unità di Crisi e l’operazione Food for Gaza, la credibilità internazionale dell’Italia, l’effettività dei suoi obblighi giuridici e la coerenza della nostra azione esterna esigono una presa di posizione chiara e conseguente. L’inerzia, o la mera retorica slegata da atti concreti, ci espone al rischio di concorso rispetto a violazioni gravi del diritto internazionale umanitario e al genocidio in atto”.”Come dipendenti del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e cittadini e cittadine della Repubblica italiana le chiediamo urgentemente di non renderci complici”, conclude la lettera.

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