mercoledì, 15 Ottobre , 2025
HomeAttualitàNazionaleIstat: In Italia quasi 6 milioni di persone vivono in povertà assoluta

Istat: In Italia quasi 6 milioni di persone vivono in povertà assoluta

 

I dati Istat, riferiti al 2024 e a 2,2 milioni di famiglie, sono stabili nel Nord e nel Centro mentre nel Mezzogiorno si segnala un incremento rispetto al 2023

La povertà in Italia è diventata strutturale. E ci sono scivolati dentro operai, bambini, persone di origine straniera e donne. Non c’è nessun miglioramento nei dati dell’apposito rapporto Istat usciti ieri, al contrario c’è la certificazione di una condizione critica per oltre 5 milioni di famiglie che hanno difficoltà ad affrontare il quotidiano. Di queste 2,2 sono in povertà assoluta (la condizione di chi non può permettersi una spesa mensile sufficiente per acquistare beni e servizi essenziali, come cibo, vestiti e alloggio) per un totale di 5,7 milioni di individui, 2,8 milioni di famiglie sono in povertà relativa (mancanza di risorse necessarie a mantenere lo standard di vita medio della società in cui si vive e in cui basta una spesa imprevista per mandare all’aria il bilancio familiare). L’Istat certifica anche le differenze territoriali: l’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si mantiene più alta nel Mezzogiorno (dove coinvolge oltre 886 mila famiglie, 10,5%) anche se le percentuali sono in salita anche al Nord-ovest (8,1%) e Nord-est (7,6%).

I NUMERI DEL 2024 sono sostanzialmente stabili rispetto all’anno precedente, a conferma di una situazione ormai strutturata, che non ha avuto il minimo sollievo dagli strumenti messi in atto dal governo Meloni come l’assegno di inclusione. Visti nel dettaglio, però, i dati Istat rivelano anche che ad essere aumentate sono le quote relative alle famiglie di origine straniera o con minori. Sono 1,283 milioni i bambini e adolescenti in povertà, il dato assoluto più alto da quando sono iniziate queste rilevazioni, nel 2014.

I DATI RILEVANO anche un paese in cui chi arriva è destinato alla marginalità: l’incidenza della povertà assoluta fra le famiglie con almeno uno straniero è pari al 30,4% e sale al 35,2% nelle famiglie composte esclusivamente da stranieri, mentre scende al 6,2% per le famiglie composte solamente da italiani. Il rapporto della Caritas e della fondazione Migrantes, presentato ieri, conferma questo quadro: gli stranieri hanno occupazioni meno pagate, più precarie e sono più a rischio di sfruttamento lavorativo degli italiani, soprattutto in alcuni settori come l’edilizia e l’agricoltura. «Investire in strategie di inclusione e in percorsi legali – ha detto Carlo Maria Redaelli, presidente di Caritas Italiana – non è un favore, ma un atto di responsabilità verso il futuro delle nostre comunità: si può e si deve fare meglio di quanto fatto finora».

L’ISTAT CERTIFICA ANCHE che la condizione di indigenza non è più legata alla disoccupazione: aumenta al 9,5% nella fascia dell’età produttiva, è cioè in quella degli adulti tra i 35 e i 64 anni ed è al 15,6% per le famiglie con un operaio o assimilato come persona di riferimento (contro il 2,9% delle famiglie che fanno capo a un dirigente, quadro o impiegato).

A GIOCARE UN RUOLO fondamentale in queste cifre sono le spese per l’abitazione: il 32,3% delle famiglie in affitto è sotto la soglia di povertà assoluta, contro il 6,1% di quelle che hanno una casa di proprietà. Le persone senza casa sono 96 mila, principalmente nelle grandi città. Anche Caritas e Migrantes sottolineano le «forti discriminazioni e barriere di accesso alla casa per le famiglie straniere». «La povertà economica spesso si unisce a malattia, difficoltà scolastiche ed emergenza abitativa – ha commentato Massimiliano Signifredi della comunità di Sant’Egidio – In Italia la povertà abitativa è quella più allarmante l’aumento gli sfratti in tutto il paese è drammatico».

«LA POVERTÀ ASSOLUTA è diventata ormai una condizione diffusa e sempre più strutturale e certifica le pesanti e crescenti disuguaglianze nel nostro Paese. Ma il governo – ha commentato la segretaria confederale della Cgil Daniela Barbaresi – ha cancellato il reddito di cittadinanza e introdotto uno strumento profondamente ingiusto, l’assegno d’inclusione e ha azzerato le risorse per il disagio abitativo: serve un ripensamento delle politiche di contrasto della povertà, a partire dalla legge di bilancio». Incalza il governo anche l’opposizione, chiedendo misure urgenti per adeguare gli stipendi all’inflazione, di aumentare l’assegno unico e di introdurre del salario minimo. «Il paese reale è molto diverso da quello raccontato da Meloni», ha affermato Peppe De Cristofaro di Avs

*Le notizie del quotidiano inliberauscita sono utilizzabili, a condizione di citare espressamente la fonte quotidiano inliberauscita  e l’indirizzo https://inliberauscita.it

 

 

Redazione
Redazionehttp://www.inliberauscita.it
Periodico telematico di informazione fondato il 16 giugno 2011 Registrazione presso il tribunale ordinario di Velletri n°12/2011

Ultime Notizie