mercoledì, 29 Ottobre , 2025
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Manovra. La “Beffa dei Tre Mesi”: TFS/TFR Pubblico, l’Inganno nella Legge di Bilancio

 

Riceviamo e pubblichiamo

Legge di Bilancio Scatena l’ira delle forze dell’ordine

 L’Amara Sorpresa per i Lavoratori Statali

La Legge di Bilancio ha generato profonda delusione tra i dipendenti pubblici: al termine di una vita di servizio, il giusto riconoscimento salariale si scontra con una mossa ambigua del legislatore. Dopo le rassicurazioni iniziali della Premier Giorgia Meloni che promettevano l’allineamento ai dettami della Corte Costituzionale, la bozza dell’Articolo 44 della Legge di Bilancio si è rivelata una mossa ambigua, che rischia di trasformare un diritto in una vera e propria “beffa dei tre mesi”. La frustrazione tra i lavoratori e i loro rappresentanti è palpabile: le Segreterie Sindacali hanno espresso unanime ‘profonda delusione’, promettendo di non fermarsi di fronte a quello che definisce un “inganno legislativo”.

 L’Elusione delle Sentenze

Il cuore della polemica risiede nell’intervento del Governo sulla liquidazione del Trattamento di Fine Servizio (TFS) e del Trattamento di Fine Rapporto (TFR). La Corte Costituzionale, in due sentenze distinte, aveva chiaramente stabilito che il TFS/TFR è a tutti gli effetti un salario differito e ne aveva condannato le lungaggini di erogazione, che costringono i neo-pensionati ad attese irragionevoli. L’Articolo 44 è intervenuto su questa materia, ma in modo estremamente selettivo: la norma prevede unicamente la riduzione del termine di liquidazione da 12 a 9 mesi, e solo per la categoria di dipendenti che cessa dal servizio per raggiunti limiti di età o di servizio. Una platea ristretta che, secondo i sindacati, non risolve minimamente il problema strutturale.

 Il “Gioco delle Tre Carte”

Secondo le organizzazioni sindacali, l’operazione si configura come un ‘gioco delle tre carte’ inteso a vanificare l’apparente agevolazione prevista, come emerge dall’analisi del provvedimento.

Attesa Sproporzionata Non Risolta: Il problema principale per chi accede alla pensione anticipata resta immutato: il TFS/TFR verrà erogato non prima di un anno (ora nove mesi) dopo il raggiungimento dei requisiti anagrafici per la pensione di vecchiaia, lasciando le attese per alcuni lavoratori ben oltre i cinque anni.

L’Annullamento del Beneficio: La riduzione di tre mesi del periodo di attesa, già di per sé considerata “irrisoria”, viene integralmente neutralizzata, e di fatto annullata, da un altro intervento chiave della manovra: l’innalzamento triennale dell’età pensionabile, la cui prossima decorrenza è prevista per il 1° gennaio. Questo significa che, mentre l’attesa si riduce nominalmente di tre mesi, l’età anagrafica per percepire quanto dovuto si sposta in avanti, ad esempio, fino a 68 anni per il lavoratore statale. Il risultato finale è un rinvio della liquidazione a un’età maggiore, rendendo il “taglio” un miraggio.

L’Affronto alle Forze dell’Ordine: Rischio Clamoroso Scontro Istituzionale

Questa misura è percepita non solo come un tradimento delle promesse fatte, ma come una palese violazione dei principi costituzionali che tutelano i diritti acquisiti e la parità di trattamento tra il settore pubblico e quello privato. Per categorie cruciali come le Forze dell’Ordine, il cui lavoro è caratterizzato da sacrifici e rischi quotidiani in difesa della sicurezza pubblica, la delusione è ancora più profonda e assume i contorni di un vero e proprio affronto. Il potenziale clamore di uno sciopero o di una manifestazione di protesta che veda scendere in piazza le Forze dell’Ordine metterebbe il Governo in una posizione di estrema debolezza istituzionale e di imbarazzo politico senza precedenti. Il malcontento di chi garantisce l’ordine e la sicurezza del Paese non può essere ignorato, specialmente quando è alimentato da una legge che, di fatto, ne posticipa il meritato trattamento di fine carriera.

Roma, 27 ott. 25  Elvio Vulcano

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