La Rete #NoBavaglio presenta alla Regione Lazio tre proposte per difendere la libertà di informazione
La Rete #NoBavaglio ha trasmesso alla III Commissione Consiliare permanente “Vigilanza sul pluralismo dell’informazione” del Consiglio Regionale del Lazio, presieduta da Claudio Marotta, un documento contenente tre proposte urgenti per contrastare le crescenti minacce alla libertà di stampa e tutelare il diritto di cronaca. In un contesto segnato da intimidazioni, querele temerarie e attacchi diretti ai giornalisti – come l’attentato all’abitazione del giornalista Sigfrido Ranucci – la Rete chiede alle istituzioni regionali di assumersi la responsabilità di proteggere chi informa con rigore e responsabilità su temi di interesse pubblico. L’informazione libera e indipendente è un presidio fondamentale della democrazia e della giustizia sociale.
Le tre proposte avanzate da Claudio Pelagallo e Fabio Sebastiani della Rete #NoBavaglio sono: l’istituzione di un fondo regionale per sostenere le spese legali dei giornalisti colpiti da querele temerarie, in particolare quelli privi di tutela editoriale; il ritiro delle querele temerarie eventualmente presentate da rappresentanti delle istituzioni regionali, come gesto concreto di rispetto verso la libertà di stampa; il finanziamento di corsi di formazione e campagne di sensibilizzazione sul diritto all’informazione, rivolti sia ai giornalisti che ai cittadini, con l’obiettivo di rafforzare la consapevolezza del ruolo del giornalismo nella difesa della democrazia e nella promozione della partecipazione civica.
La Rete #NoBavaglio evidenzia inoltre la crescente pressione esercitata da poteri oscuri e criminali nei confronti dell’informazione libera. L’attentato a Ranucci rappresenta un salto di qualità nella strategia di intimidazione verso i giornalisti, e dimostra quanto la buona informazione sia percepita come una minaccia da chi vuole agire nell’ombra. È fondamentale ricordare la presenza delle mafie sul litorale romano e laziale, molto attive anche nell’infiltrare e condizionare le amministrazioni pubbliche. Lo scioglimento, negli ultimi due anni, di tre importanti comuni del litorale – Anzio, Nettuno, Aprilia – ne è una prova tangibile. In questo contesto, il giornalismo investigativo svolge un ruolo cruciale nel garantire trasparenza amministrativa e nel contrastare l’illegalità.
La Rete denuncia inoltre le crescenti limitazioni normative al diritto di cronaca, come il divieto di pubblicare le ordinanze di custodia cautelare, e lo scandalo dei giornalisti spiati con il software Paragon, che rappresentano gravi minacce alla libertà di informazione. I giornalisti locali e delle testate indipendenti sono i più esposti: conosciuti nei territori, privi di coperture economiche e spesso costretti ad affrontare da soli le conseguenze di querele infondate. Difendersi da una querela temeraria significa affrontare spese legali elevate e tempi lunghi, anche quando il procedimento si conclude con un’archiviazione o un’assoluzione. In questi casi, chi ha intentato la causa non subisce alcuna conseguenza, mentre il giornalista viene comunque silenziato. Questo meccanismo produce un effetto di autocensura, scoraggiando le inchieste scomode e il giornalismo d’inchiesta.
“Difendere la libertà di informazione significa difendere la democrazia”, afferma la Rete #NoBavaglio, che si propone come scorta mediatica e rete solidale per giornalisti, attivisti ed esponenti della cultura colpiti da censure o attacchi. La Rete #NoBavaglio è una realtà trasversale al mondo dell’informazione e dell’attivismo, nata per promuovere il diritto a essere informati e per contrastare ogni forma di censura, intimidazione e repressione del pensiero critico.
Alla seduta oltre ai rappresentanti della Rete #NOBAVAGLIO hanno partecipato il presidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio, Guido D’Ubaldo, il segretario di Stampa Romana, Stefano Ferrante e il rappresentante di Ossigeno per l’informazione Alberto Spampinato. Eleonora Zazza, presidente del Corecom Lazio ha dato la sua disponibilità per eventuali iniziative: “Abbiamo già in programma – ha spiegato – una serie di corsi di media education per diffondere la consapevolezza digitale”
Sono poi intervenuti i consiglieri Adriano Zuccalà (M5s), Massimiliano Valeriani (Pd), Marta Bonafoni (Pd), Chiara Iannarelli (FdI), Luciano Nobili (Iv) e Marika Rotondi (FdI). Tutti d’accordo sulla necessità di avviare iniziative concrete che siano utili per creare una ‘scorta istituzionale’ per i giornalisti che lavorano in prima linea, soprattutto nelle province dove è più forte l’infiltrazione delle mafie. Valeriani ha proposto di chiedere una seduta straordinaria del Consiglio regionale, dove affrontare i vari tempi in campo, come ad esempio il rifinanziamento della legge sull’informazione del 2016. Visto l’assenso arrivato da tutti gruppi politici presenti, il presidente Marotta ha dichiarato che porrà la questione all’attenzione dell’Aula in apertura della seduta di mercoledì 5 novembre
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