
di Raffaele Panico
Le mafie esistono ancora (nel dibattito pubblico)? È il titolo dell’iniziativa che ha visto protagonista Attilio Bolzoni e i “Gli Immortali”, il suo recente saggio è stato presentato ora anche al centro del nostro Paese l’Italia.
Ad Aprilia dunque, dove la partecipazione è stata numerosa e ha visto la sala gremita e partecipe, ieri sabato 15 novembre, presso la “Sala Fiorentini” della biblioteca comunale. Attilio Bolzoni, giornalista de Il Domani, è autore di numerose inchieste e saggi sulla storia della mafia a partire dagli anni Settanta. La cittadinanza di Aprilia? È partecipe, è una città da vivere, la sala era vivace e stracolma, una serata in una città serena, ben collegata, con una facilità di accesso senza il traffico snervante della metropoli. Portarsi da Roma ad Aprilia è facile e veloce, sia nei percorsi stradali Pontina Nettunense Laurentina Ardeatina che da un collegamento ferroviario da Roma Termini in soli 34 minuti. Dalla Roma caotica ci troviamo una Città Aprilia che vuole farsi centro, essere una cittadina da vivere e che propone incontri ad alto livello con dibattiti a carattere nazionale ed, anche, internazionale. Attilio Bolzoni ha voluto ricordare la coraggiosa inchiesta sul campo di Joe Marrazzo a Corleone, del 1977, subito dopo l’assassinio di un colonnello dell’Arma, i silenzi, l’omertà e il fuggi via generale alle domande del giornalista in quel tempo. Chi non lo ricorda Joe Marrazzo con i suoi servizi televisivi a chiedere cos’è la mafia? O, «non esiste» o tutti fuggivano via. E, non si può non ricordare un altro Joe che, negli anni Sessanta, per la prima volta decise di parlare e pronunciò il termine Cosa Nostra. Dovette scegliere tra il 1962 e il ’63 se sedersi su una sedia elettrica o collaborare. Era il mafioso Joe Valacchi nato in America da una famiglia emigrata da Napoli. È una storia di lunga durata. Scrisse un lungo articolo dal titolo anche quello secco, cioè una sola parola “La Mafia” il 25 ottobre 1925 in Rivoluzione Liberale la rivista antifascista di Piero Gobetti, dove il filosofo e giornalista Pietro Mignosi con argomentazioni, cento anni fa, tratta la portata del problema o questione Mafia, oggi subito reperibile grazie ai motori di ricerca.
Si vuole pertanto ringraziare la grande presenza nell’auditorio e l’ottima conduzione di Irene Giusti (Reti di Giustizia) e la giornalista Graziella di Mambro e tutte le Associazioni che hanno coordinato l’evento. Nel dibattito si è introdotto un termine ” borghesia mafiosa. Dobbiamo storicizzare l’evento che, dal piccolo mondo antico della Sicilia inizi del 900 apparve poi oltre Atlantico dapprima con la cosiddetta Mano Nera per farsi pagare il pizzo, poi Cosa Nostra che ha trovato possibilità di svilupparsi prima nel nuovo Continente “la Merica” degli emigrati e, dopo il secondo conflitto mondiale ritrovata la Sicilia s’espande al vecchio Continente, l’Italia intera e infine l’Europa. Chi ha più anticorpi? Ecco il dilemma. Sono paradossi, è vero, sono in molti casi travestimenti, questa è un’idea che a volte oscilla paurosamente tra poteri e gangli degli Stati quindi, supera i confini anche di grandi e piccoli Paesi e per Paesi si intenda anche formazioni statali di grandi e piccole dimensioni, di peso economico e potenza anche militare. Un libro da leggere attentamente “Gli Immortali” di Bolzoni per mantenere attenzione e cura del proprio tessuto sociale, economico produttivo e commerciale e libertà intellettuale per una corretta formazione informazione e comunicazione per le generazioni avvenire.


