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Riconosciuto il diritto al risarcimento del danno morale a una whistleblower

 

Sentenza storica del Tribunale di Bergamo: per la prima volta è stato riconosciuto il diritto al risarcimento del danno morale a una whistleblower, ovvero una cittadina che ha scelto di segnalare illeciti sul posto di lavoro.

La vicenda nasce dalle segnalazioni di un’agente di polizia locale che aveva rilevato irregolarità nella gestione delle risorse: utilizzo improprio di fondi regionali, favoritismi nelle indennità, procedure distorte. Aveva seguito il percorso previsto dalla legge, rivolgendosi prima ai vertici interni e poi, vista l’inerzia dei suoi superiori, all’Anac (Autorità Nazionale Anticorruzione) e alla Guardia di finanza.

Il risultato? Tre anni di isolamento, minacce e intimidazioni da parte di colleghi e Comandante, demansionamento e persino la rimozione degli strumenti necessari per lavorare, comprese le password per accedere all’archivio informatico.

È la storia di una delle tante persone che in Italia scelgono di segnalare illeciti sul posto di lavoro, i cosiddetti whistleblower. Questa volta, però, la vicenda si è chiusa con un esito particolarmente significativo. La sentenza del Tribunale di Bergamo, infatti, ha sancito il riconoscimento del danno subito dall’agente, l’annullamento delle sanzioni disciplinari, rivelatesi infondate, ma, soprattutto, per la prima volta la disposizione di un risarcimento di circa 25mila euro. Il giudice ha chiarito che le tutele non scattano solo di fronte a licenziamenti o sanzioni palesi, ma anche contro quelle micro-aggressioni quotidiane che mirano a emarginare chi non resta in silenzio davanti a episodi di illeciti o gestioni opache.

La tutela dei whistleblower è una battaglia che portiamo avanti da anni. Già nel 2017, come Riparte il Futuro, abbiamo portato avanti la campagna #VociDiGiustizia per chiedere una legge nazionale sul whistleblowing, poi rafforzata dal recepimento della direttiva europea del 2023, che abbiamo sollecitato con il nostro lavoro di advocacy.

Per questo accogliamo con favore questa sentenza storica, indice del fatto che l’ordinamento inizia a prendere sul serio le ritorsioni contro chi segnala illeciti. Questo episodio, però, da solo non basta. È essenziale continuare a monitorare, documentare e raccontare queste storie, perché, nonostante le norme vigenti, la figura del whistleblower è ancora troppo spesso vista con sospetto, come una spia o un delatore.

Continueremo quindi a tenere alta l’attenzione su questo tema finché chi segnala sarà riconosciuto e tutelato non solo sul piano giuridico, ma anche sociale.

 

Fonte: https://www.thegoodlobby.it/campagne/subito-la-legge-europea-per-le-voci-di-giustizia-anche-in-italia/

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