Per i morosi pagano tutti gli altri che sono in regola, è quanto prevede la proposta di legge di riforma della normativa sui condomini – approdato oggi alla Camera dei deputati – presentato da Elisabetta Gardini e Augusta Montaruli Fratelli d’Italia
Gli amministratori dovranno essere laureati e viene istituito presso il Mimit (Ministero delle Imprese e del made in Italy) un albo per questa professione e per la figura del revisore.
Altri punti sostanziali della proposta di riforma è anche lo stop ai contanti per introdurre tracciabilità e maggiore trasparenza: tutti i pagamenti dovranno essere fatti sul conto corrente condominiale.
Il punto più penalizzante per chi è in regola con i pagamenti
Aumentano le tutele per i fornitori e i creditori in genere, a discapito però di chi paga le rate dovute. Con le nuove regole, infatti, potrebbero recuperare i fondi direttamente dal conto corrente del condominio e anche rivolgersi ai condòmini in regola con i pagamenti. Attualmente, in caso di mancato pagamento da parte del condominio, possono chiedere soldi solo ai morosi, certificati dall’amministratore. Si prevede, infatti, che “i creditori possono agire sulle somme disponibili sul conto corrente condominiale per l’intero credito vantato e, in via sussidiaria, sui beni dei condomini nella misura della morosità di ciascuno. Per il residuo debito, dopo l’infruttuosa escussione dei morosi, i creditori possono agire nei confronti dei condomini in regola con i pagamenti, i quali rispondono in proporzione alla quota di partecipazione alla spesa e hanno azione di regresso contro i morosi per quanto ancora dovuto da ciascuno di essi”, si legge nella proposta. Per i morosi c’è anche un altro vantaggio: l’amministratore potrà procedere con i decreti ingiuntivi non entro sei mesi dalla chiusura dell’esercizio contabile ma solo dopo l’approvazione del rendiconto (che si può fare entro 180 giorni). Quindi si allungano i tempi.





