Sono 12.417, nel primo trimestre del 2013, le nuove imprese nate nel Lazio a fronte della cessazione di 12.870 attività, con un saldo negativo di 453 unità e un tasso di crescita nel primo trimestre pari a -0.07% contro il +0.32% dello stesso periodo del 2012. Questo quanto risulta dai dati diffusi oggi da Unioncamere sulla base di Movimprese, la rilevazione trimestrale sulla natalità e mortalità delle imprese condotta da Infocamere, la società di informatica delle Camere di Commercio italiane. Il prezzo più alto della crisi nel Lazio come nel resto del Paese lo hanno pagato le imprese artigiane. Nel periodo di riferimento, il saldo è negativo di 1.325 unità con un tasso di crescita pari a -1.29%, circa il doppio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno quando si era attestato a -0.64%. Considerando le province del Lazio e il totale delle imprese, solo Roma si attesta su un tasso di crescita positivo, +0.09% (nel 2012 era però dello 0.53%), mentre la peggiore performance spetta alla provincia di Rieti dove il tasso di crescita è pari a -0.92%. Se si tiene conto, invece, delle sole imprese artigiane tutte le province del Lazio registrano tutti tassi negativi, con Roma che si attesta a -0.93% (nel 2012 aveva un -0.61%) e anche in questo caso è Rieti ad avere i numeri peggiori. Nel primo trimestre del 2013 il capoluogo sabino ha perso 100 imprese artigiane con un tasso di crescita pari a -2,45% (nel 2012 era -1,87%).