Acqualatina, Zaratti SEL: “Ministro Orlando verifichi gestione servizio idirico nell’ATO4”

L'on. Filiberto Zaratti SEL (Foto A. Salvatori inliberauscita)

di Claudio Pelagallo

Un Commissario ad Acta per Acqualatina lo chiedono i deputati di Sinistra Ecologia Libertà che denunciano:” Reti colabrodo e il ridotto contrasto delle perdite idriche, che superano ancora il 60 per cento, rinvio degli investimenti da parte di Acqualatina, nonostante la riscossione delle tariffe degli utenti”. Sotto accusa il gestore idrico della provincia di Latina e di Anzio e Nettuno.

“Se non ritenga il Ministro ai sensi del d.lgs. 152/06 di esercitare i poteri sostitutivi anche mediante la nomina di un “commissario ad acta”, per garantire l’adempimento degli obblighi previsti dalla legge da parte della società Acqualatina, gestore del servizio idrico nell’Ato4 – Lazio meridionale”. E’ questa la richiesta avanzata con un’interrogazione parlamentare dall’onorevole Filiberto Zaratti, membro della Commissione Ambiente della Camera, sottoscritta anche dai deputati di SEL Nazareno Pilozzi, Alessandro Zan e Serena Pellegrino.

L’inizio della stagione estiva – spiega Zaratti – rischia di riaprire un’emergenza nel sud pontino, dove ancora si registra un’altissima percentuale di dispersione idrica. Il mancato ammodernamento delle reti colabrodo e il ridotto contrasto delle perdite idriche, che in questa provincia superano ancora il 60 per cento, è anche frutto di un continuo rinvio degli investimenti da parte di Acqualatina, nonostante la riscossione delle tariffe degli utenti. Parte di questi interventi il gestore, secondo il disciplinare allegato alla convenzione di gestione, avrebbe dovuto realizzarli nei primi sette anni”.

Proprio per far fronte a questo piano – si legge nell’interrogazione presentata in Parlamento – Acqualatina S.p.A. in data 23 maggio 2007 stipulò con la Societ à Depfa Bank Plc, filiale di Roma, un contratto di finanziamento in project financing con scadenza il 23 maggio 2031 per un ammontante di 114.500.000 euro in cambio di un “pegno d’azioni”, pari al 67% del capitale di Acqualatina, di cui il 49% costituito dalla quota privata (in carico alla società Idrolatina) e il 18% delle azioni in mano dei comuni. Un sistema che basava la copertura del rischio ricorrendo all’acquisto di contratti derivati, strumenti finanziari messi sotto accusa come principali responsabili del default del Comune di Milano ”.

Nel 2008 come Assessore all’Ambiente della Regione Lazio – prosegue Zaratti – ordinai un’indagine amministrativa, chiedendo chiarimenti anche sull’operazione finanziaria. La relazione degli uffici regionali mise in evidenza 27 punti di illegittimità sulla gestione del servizio idrico nell’Ato4. Successivamente all’aggiudicazione della gara, infatti, la conferenza dei sindaci dell’Ato ha deliberato modifiche sostanziali alla convenzione tipo approvata dalla Regione, che ha consentito di trasferire gli oneri della gestione e del rischio di impresa da Acqualatina all’autorità d’ambito, di fatto ai Comuni. Ne è nata una conflittualità e un contenzioso giudiziario tra gestore e comunità locali con diversi Comuni, come Aprilia, Bassiano, che si sono rifiutati di approvare la convenzione, fatto giustificato da un pronunciamento del Consiglio di Stato. Per gli utenti gli effetti sono stati: riduzioni del flusso idrico, continui aumenti delle tariffe, emergenze idriche e sanitarie come quelle dell’inquinamento da arsenico. La giunta Polverini mise tutto a tacere”. “Ora – dice Zaratti – chiediamo al Ministro Orlando di riaccendere i riflettori, considerando anche lo stato di crisi occupazionale aperto recentemente dall’azienda. E’ necessario verificare se le modifiche apportate alla Convenzione di Gestione, a quella di Cooperazione e al Piano degli interventi da parte dell’Ato4 successivamente all’aggiudicazione della gara, hanno avuto significative applicazioni tali da produrre evidenti vantaggi alla società di gestione Acqualatina e se non possano comunque determinare l’invalidità degli accordi con il Gestore e la conseguente la rescissione del contratto in danno”. “Siamo convinti – conclude Zaratti – che oggi ci siano tutte le condizioni affinché nella provincia di Latina si avvii quel processo di ripublicizzazione del servizio idrico, che deve vedere insieme enti locali e comunità dei cittadini protagonisti per la difesa dell’acqua come bene, secondo la volontà espressa dalla maggioranza degli italiani”.