Nettuno- Lettera del Dott. Scognamiglio(revisore dei conti): “salvaguardato il patrimonio dell’ente”

Riceviamo e pubblichiamo una interessante lettera ricevuta dal Dott. Michele Scognamiglio, presidente del collegio di revisione contabile del comune di Nettuno, per rispondere ai dubbi sorti in relazione ai lavori  di revisione dei residui attivi e passivi svolti dall’ amministrazione del Comune di Nettuno.

“Questa mia lettera aperta risponde ai dubbi sorti in relazione ai lavori  di revisione dei residui attivi e passivi svolti all’ amministrazione del Comune di Nettuno, e maturati – a tutto il 31.12.2008 – con la relativa adozione di provvedimenti di reale risanamento finanziario interno, evitando cosi di alienare il prezioso patrimonio dell’ente  nel periodo 2010-2012, già “programmata” negli anni precedenti.

Vorrei evitare di entrare nei dettagli tecnici  – che peraltro sono disponibili presso gli uffici del Comune (per loro natura  noiosi o comunque difficilmente leggibili), limitandomi, pertanto, a rappresentare i seguenti macro-aggregati con una sintesi più comprensibile anche per i non addetti ai lavori.

Quindi, riassumendo:

–      i debiti da residui passivi  esistenti alla data del 31.12.2008 ammontavano a cifre oltre i 40 milioni di euro;

–      il disavanzo di amministrazione – accertato (rendicontazione approvata e inviata alla Corte dei Conti), alla data del  31.12.2008 – ammontava ad una cifra leggermente superiore ai 20 milioni di euro;

–      i cespiti individuati per la copertura del disavanzo di amministrazione tra i quali la  “Divina Provvidenza“ e il patrimonio residenziale dell’ente “avrebbero dovuto coprire tale disastrosa situazione debitoria”, e comunque coprire il disavanzo di amministrazione accertato contabilmente e risalente alle annualità precedenti.

Così, allo scopo di evitare una improvvisa ed incauta vendita del patrimonio comunale (procedura fortemente censurata da diverse Procure Giurisdizionali della Corte dei Conti, in quanto a fronte di una spesa corrente si depaupera un valore a fecondità ripetuta, nonché non esposta al giudizio dei cittadini) si è preliminarmente proceduto ad una verifica attenta dei presunti debiti esistenti agli atti, con riguardo a quelli  formatisi negli ultimi 15 anni a partire dagli anni ’90, ed i cui risultati vengono di seguito riportati:

a)    al momento della verifica, è stato rilevato che euro 24 milioni di residui passivi costituivano meri stanziamenti di capitoli mai formalizzati in precisi impegni di spesa iscritti  a partire dagli anni 1995 e fino al 2004,  laddove non erano mai stati individuati corrispondenti debitori;

b)   da una successiva analisi della situazione contabile, è altresì emerso che ulteriori euro 10 milioni di euro costituivano residui passivi validamente sorti (con corrispondenti debitori) a fronte dei quali, nel successivo periodo 2010 -2012, l’amministrazione  ha effettuato puntuali transazioni – a favore dell’Ente – in modo tale da ottenere ulteriori economie in ragione di euro 3,5 milioni, con la conseguente cancellazione del relativo debito residuo al momento della sottoscrizione degli accordi transattivi;

c)    nel prosieguo delle verifiche contabili, è stato inoltre rilevato che, euro 2,63 milioni costituivano parte di una grossa quota di  debiti fuori bilancio riconosciuti negli anni 2000-2006 (per fatture relative a prestazioni rese negli anni precedenti), e divenuti prescritti alla data del 2010, trattandosi, comunque – in alcuni casi – di fatture o richieste di creditori mai congruite dall’Ente ai sensi e per gli effetti dell’art. 194 del TUEL (Testo Unico degli Enti Locali), a causa di “incertezze” e “dubbi” sorti in ordine all’avvenuta acquisizione delle pretese economiche al patrimonio del Comune di Nettuno;

d)   analogamente, gli accertamenti hanno consentito di verificare che ulteriori euro 2,2 milioni di euro costituivano semplici previsioni d’impegno di spesa, privi però dell’individuazione – negli anni 2008 e precedenti  – di  un valido coobbligato (creditore dell’Ente).

I risultati complessivi di questa analisi amministrativo-contabile (dei residui passivi e quindi della situazione debitoria dell’Ente nel suo complesso), ha consentito di rilevare una forte diminuzione del disavanzo di amministrazione. In questo modo, si è rideterminato il disavanzo di amministrazione in euro 6,5 mln, coperto con una limitata alienazione dei cespiti (ricordiamo che inizialmente la vendita avrebbe dovuto coprire un disavanzo ben più cospicuo).

Ad esempio, grazie alle analisi contabili e ai conseguenti atti dell’Ente, è stato possibile salvare – dalla vendita – il prezioso complesso “Religioso (Divina Provvidenza)”, nonché l’80% dei cespiti residenziali, con un evidente vantaggio per il concetto in base al quale i beni comuni sono e devono restare nella disponibilità dei cittadini.

In questo modo, va da se, che il valore dei cespiti applicato al bilancio 2010-2012 è sensibilmente sceso dai pretesi 20 milioni di euro agli effettivamente accertati 6,5 milioni di euro, rappresentando che i cespiti posti in vendita si sono limitati a quelli per i quali gli interessati (famiglie dimoranti) hanno esercitato il diritto di  prelazione.

Le operazioni di vendita – che hanno scongiurato maggiori alienazioni di proprietà – hanno consentito all’Ente di incassare – nonostante la crisi – nel triennio considerato, la somma di euro 2,5 milioni per vendite concluse, mentre  per i restanti valori, si rappresenta che agli atti sussistono solo richieste di esercizio del diritto di prelazione, in attesa delle eventuali sottoscrizioni dei relativi contratti di vendita ..

Dell’intera analisi amministrativo-contabile, operata sul rendiconto anno 2009 (del Comune di Nettuno),la Corte dei Conti Sezione di controllo di Roma, ha richiesto di riscrivere a residui passivi la sola somma di euro 2,63 milioni di euro, e di  stralciare gradualmente i residui attivi non corrispondenti ad incassi di vendite  effettive. In altre parole,la Corte contabile, da un lato ha richiesto di non cancellare i debiti per i quali sussistono ancora possibilità di pretese da parte di creditori terzi (riferito ai 2,63 mln di euro), mentre dall’altro ha confermato la bontà delle operazioni di eliminazione dei residui passivi (riferiti ai 24 mln di euro), sulla scorta di chiarimenti forniti dal collegio dei revisori del Comune di Nettuno.

In conclusione, alla data del 31.12.2012 – in sede di approvazione del rendiconto anno 2012 – l’Ente ha finalmente potuto chiudere l’esercizio finanziario con un coerente  equilibrio economico gestionale.

Mi sia quindi consentito di rilevare che, l’intero lavoro effettuato nel triennio 2010-2012 ha consentito di salvaguardare il patrimonio dell’ente,  mantenendo comunque i pur gravosi impegni assunti negli anni 2006 e precedenti, evitando cosi il rischio concreto di scelte amministrative  drastiche e poco funzionali al mantenimento dei margini di salvaguardia di equilibri economico finanziari che, in una situazione di crisi come quella che il nostro Paese sta vivendo, avrebbero potuto avere pesanti ricadute economiche sui contribuenti.

Per quanto mi riguarda, quindi, la mia attività – svolta in qualità di revisore, nel triennio 2010-2013 – è stata principalmente volta ad individuare un percorso in grado di “curare” l’economia dell’Ente e di scongiurare i certi drammi di un dissesto finanziario con sicura perdita dei benefici derivanti dalle disposizioni normative dettate dal D.L. 35/2013 (che ha consentito al Comune di Nettuno, di ottenere una partecipazione al Fondo Rotativo di euro 14 mln della Cassa Depositi e Prestiti alle fortemente vantaggiose condizioni di rimborso previste dalla norma), salvaguardando anche,  un luogo in più “dove andare a pregare”.

Dr. Michele Scognamiglio – Presidente del collegio di revisione contabile del Comune di Nettuno.