Dura conferenza stampa quest’oggi al comune di Nettuno. Il sindaco Chiavetta ha commentato la recente decisione presa dai giudici del Tribunale del Riesame di Roma che hanno rigettato la richiesta delle misure cautelari formulata dal Pm Travaglini: “Siamo alla resa dei conti, quella vera, chi ha sbagliato deve pagare. La prova finale di quanto detto sta tutta nelle parole, messe nere su bianco, di ben tre giudici del Collegio del Riesame”.
Il Tribunale del Riesame di Roma ha respinto le richieste del Pm di Velletri riguardo le misure cautelari dopo l’ipotesi di falso sui bilanci comunali; la bocciatura del Riesame arriva dopo un precedente e analogo respingimento espresso dal Gip di Velletri.
“Il Tribunale del Riesame ha ufficializzato che nessuno ha commesso alcun reato – commenta il Sindaco Alessio Chiavetta – le indagini che sono state effettuate si sono dimostrate, come ho sempre sostenuto, del tutto prive di fondamento. Il bilancio messo all’attenzione del Pm era assolutamente regolare, approvato secondo le norme del Testo Unico degli Enti Locali: in realtà, abbiamo dovuto distogliere tempo ed energie per dimostrare la verità che era già evidente nelle carte e nei documenti, certificati da un esperto del settore quale il dottor Michele Scognamiglio, il quale ha dovuto persino subire l’onta di sentir definire la propria documentazione come ‘falsa’ dal Pm di Velletri, nonostante la stessa documentazione fosse stata avallata dalla Corte dei Conti.
“Mi chiedo anche come lo stesso Pm abbia deciso di interessarsi solo in questi anni dell’attività del Comune di Nettuno, trascurandola in tutti quegli anni che sono culminati con lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose. Costui, un anno fa accoglieva e validava i rapporti informativi del nucleo mobile di Nettuno della Guardia di Finanza e iniziava a scrivere un romanzo risultato oggi una farsa; tale farsa è proseguita per mesi, sottolineo per mesi, minando l’attività lavorativa mia e di tutta l’Amministrazione Comunale, sempre sotto lo sguardo, che definirei persecutorio, di un PM che, ripeto, non si capisce cosa voglia dal sottoscritto e da Nettuno. Quali falsità avrei compiuto per evitare il dissesto della mia città? E si rende conto costui che per il sottoscritto ha parlato di arresto e reati, quando questi termini si uniscono di solito a questioni quali droga, malavita, corruzione, concussione, mafia, associazione a delinquere.
“Ma adesso lasciatemi invece spiegare a tutti i cittadini di Nettuno un aspetto cruciale della campagna elettorale conclusasi da poche settimane: ricordiamo tutti le frasi sibilline di alcuni candidati nelle liste d’opposizione che invitavano la città ad aspettare ‘il botto’ che sarebbe scoppiato la settimana precedente il voto del 26 maggio. Alla luce di questo raccapricciante romanzo studiato e stilato a Velletri, a cosa si riferivano costoro? Qual era il disegno? Molti di loro già sapevano? E soprattutto, quando già ad ottobre del 2012 in consiglio comunale alcuni consiglieri d’opposizione parlavano di quegli stessi capi d’imputazione di questa vicenda, contenuti nelle informative della Guardia di Finanza, come facevano già a sapere?
“L’obiettivo reale di tutto questo meccanismo che è stato messo in moto era di screditare la mia persona e gettare fango sull’operato dell’Amministrazione Comunale di Nettuno. Cercavano il mio arresto per mettere al governo della città di Nettuno un altro personaggio, con la beffa finale di accuse che, a giochi fatti, sarebbero state definite inesistenti. Tutto ciò è agghiacciante!
“Siamo alla resa dei conti, quella vera, perché chi ha sbagliato deve pagare. La prova finale di quanto detto sta tutta nelle parole, messe nere su bianco, di ben tre giudici del Collegio del Riesame, i quali hanno definito inesistente ogni appiglio d’accusa; ritengo doveroso pensare che a questo punto chi ha sbagliato a mettere in piedi tutto questo impianto accusatorio debba rendere conto di quanto fatto e dei danni procurati alla mia persona, a stimati professionisti e soprattutto alla città di Nettuno.
“Sono soddisfatto ma anche dispiaciuto per una attività che in questi anni ha comunque distolto forze mentali e fisiche dietro ad un teorema definito oggi ufficialmente nullo! Basta! Chiederemo l’archiviazione formale con un atto scritto e mi attendo che per il prosieguo questo clima cessi immediatamente. Ringrazio il Collegio dei Giudici del Riesame di Roma che hanno confermato la fiducia che ripongo nella giustizia e ringrazio altresì i professionisti incaricati per il duro e eccellente lavoro svolto. Mi auguro che si concluda al più presto una vicenda che considero sciatta e vergognosa, che ha avuto il suo momento più basso quando sono stato definito, all’interno dell’informativa della Guardia di Finanza, una ‘persona socialmente pericolosa’: chiederò l’archiviazione del procedimento, ma soprattutto vorrò sapere la verità su tutti i percorsi strani che stanno dietro a questa vicenda, dove, per assurdo, persone estranee erano a conoscenza di dettagli riservati e il sottoscritto, direttamente interessato, ne era completamente all’oscuro”.