La vendita delle spiagge va fermata perché sancirebbe la completa privatizzazione e la cementificazione delle nostre coste. La proposta del Pdl fa arrabbiare gli ecologisti
di Claudio Pelagallo
Il testo della legge di Stabilità è ancora soggetto a modifiche, ma la proposta del Pdl di privatizzare le spiagge per fare cassa fa alzare i toni al dibattito politico. “La proposta di vendere le nostre spiagge è impresentabile e offende la dignità del Paese. Aspettiamo solo che qualche emulo di Totò proponga di vendere la Fontana di Trevi“, dice polemico Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera. “Abusivismo, cementificazione, condoni. Cosa altro vogliono fare alla nostra Italia? Non permetteremo in alcun modo un altro colossale scempio delle coste del nostro Paese, un ‘bene comune’ di tutti gli italiani“, rincara Nichi Vendola di Sinistra Ecologia Libertà. Posizioni ribadite anche da diverse associazioni ambientaliste, a cominciare da Legambiente e WWF. Replica duramente il senatore del Pdl Sergio Pizzolante, estensore dell’emendamento sulle spiagge. “Non si può strumentalizzare tutto – dice – non si vendono gli arenili, ma solo le aree dove vivono gli immobili che sono dei privati. Ed è questa la grande occasione per un’opera di riqualificazione delle strutture turistiche italiane“. “L’emendamento – prosegue Pizzolante – prevede il passaggio dal demanio al patrimonio dello Stato delle aree dove vivono i manufatti e le proprietà immobiliari degli stabilimenti balneari, con l’obiettivo della privatizzazione con diritto di opzione per i concessionari già esistenti”. Per Paolo Cento responsabile nazionale ambiente di Sel: “Ci riprovano ancora con la svendita delle spiagge italiane e l’obiettivo è quello di regalare a pochi privati le bellezze naturali del nostro paese. Il PDL con un emendamento alla legge di stabilità torna alla carica con un vecchio obiettivo più volte tentato.- continua Cento– Non mi fido neanche del governo e di parti ampie del Pd in parlamento, che più volte hanno chiuso gli occhi di fronte a questi tentativi. Lanciamo subito una mobilitazione per salvare le spiagge italiane e fermare questo scempio nel parlamento e nel paese“. Il governo Letta per fare cassa non si fa scrupoli ad espropriare le future generazioni di un bene pubblico come quello degli arenili che non possono essere trattati come merci. Molti gli emendamenti che stanno arrivando in queste ore per bloccare sul nascere la privatizzazione delle spiagge.