L’Unione Nazionale Consumatori ha denunciato all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato la società Ge.Ri. per aver inviato ai consumatori richieste di recupero crediti, per conto di Fastweb, dai toni aggressivi.
Roma. “E’ una procedura di recupero crediti un po’ anomala, che merita un approfondimento da parte dell’Autorità Antitrust”. E’ quanto dichiara Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori, in riferimento alla denuncia presentata dall’associazione all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, in merito alle comunicazioni di sollecito di pagamento inviate a molti consumatori da Ge.Ri. Gestione Rischi S.r.l.
“In molti -spiega Dino Cimaglia, membro del Consiglio direttivo dell’Unc, che ha seguito la pratica- ci hanno scritto, denunciando di aver ricevuto dalla società, per conto di Fastweb, solleciti di pagamento dai toni piuttosto aggressivi. Non solo, infatti, Ge.Ri. nelle sue comunicazioni fa riferimento a numerosi avvisi che in realtà i clienti non hanno mai ricevuto, ma per ammissione della stessa società, si agisce per ottenere il pagamento di un importo di cui non si è neanche sicuri (si legge, infatti, nella lettera: ‘costatiamo che la Vostra posizione -salvo errori ed omissioni -rimane a tutt’oggi aperta nei confronti di Fastweb’)”.
Proseguendo nel testo leggiamo: “al fine di ritentare la composizione bonaria del Vostro debito, desideriamo informarVi che abbiamo predisposto la visita di un nostro funzionario che si recherà all’indirizzo su indicato o eventualmente presso il Vostro posto di lavoro”; “che bisogno c’è -chiede Cimaglia- di effettuare un sopralluogo (tra l’altro non concordato) presso il domicilio del consumatore o addirittura al suo posto di lavoro? E soprattutto: come fa Ge.Ri. a disporre dell’indirizzo del luogo di lavoro dei consumatori? Ci sembra perlomeno una violazione della privacy!”.
“E’ urgente -conclude Massimiliano Dona- che in attesa che l’Autorità Antitrust verifichi l’opportunità e la legittimità delle comunicazioni inviate da Ge.Ri., la società interrompa questo tipo di pratiche per evitare che altri consumatori, preoccupati dal tono dei solleciti, siano indotti a pagare importi non dovuti”.